Ottanta miliardi per dc e psi? di R. I.

Ottanta miliardi per de e psi? Ottanta miliardi per de e psi? CASO ENIMONT ROMA. Anticipazione clamorosa del Mondo: lo scioglimento della joint-venture chimica fra Eni e Montedison sarebbe stato un affaire che avrebbe convinto il procuratore aggiunto di Roma, Ettore Torri, titolare dell'inchiesta su Enimont, ad ipotizzare l'accusa di una maxi-tangente alla base dell'operazione. Secondo la ricostruzione del settimanale, in edicola domani, l'interesse di alcuni partiti, de e psi in testa, con probabile contorno di liberali e socialdemocratici (tutti presenti nel consiglio di amministrazione dell'Eni), avrebbe fruttato una tangente fra i 60 e gli 80 miliardi di lire. Per <dl Mondo» la magistratura avrebbe imboccato decisamente questo filone d'indagine. A fine '90 lo scioglimento del polo mentre a capo del governo che avrebbe sollecitato l'operazione ricorda il settimanale - era Giulio Andreotti: l'Eni pagò 2805 rniliardi di.lire per il 40 per cento di Enimont, somma che salì ad oltre 4 mila miliardi per rilevare anche il restante 20 per cento nelle mani degli amici di Raul Gardini. L'inchiesta aperta dalla magistratura muove dal sospetto che il prezzo d'acquisto a carico dell'azienda pubblica sia stato troppo alto. Ma altri «momenti» della vicenda Enimont hanno attirato l'attenzione del dottor Torri: in primo luogo, quello della costituzione della società e sul ruolo che vi avrebbe avuto il vertice del governo di allora, formato da De Mita-De Michelis [r. i.]

Persone citate: De Michelis, De Mita, Ettore Torri, Giulio Andreotti, Raul Gardini

Luoghi citati: Roma