Il coso Sitaf arriva in Parlamento

La Sitaf: colpe solo dei Comuni Mentre continua l'inchiesta nei Comuni della Valle di Susa e a Rosta misteriosi ladri sottraggono documenti in municipio Il coso Sitai arriva in Parlamento Chiesta un'indagine conoscitiva sulla socipfà La Sitaf prende le distanze dagli amministratori del Comune di Rosta arrestati per abuso in atti d'ufficio e dai responsabili degli altri sette Comuni della Val Susa investiti dall'inchiesta del sostituto procuratore Luigi Marini. L'avvocato Alberto Mittone, legale della Sitaf, ha precisato: «La società dichiara la propria totale estraneità a qualsiasi irregolarità possa essere stata commessa dagli amministratori arrestati citati in articoli apparsi ieri sui quotidiani». Una dichiarazione che non elimina le perplessità sul ruolo dell'azienda che in Val di Susa ha realizzato opere per centinaia di miliardi, e sui dubbi sollevati da un gruppo di parlamentari (tra questi Sestero, Gianotti, Novelli, Pratesi) che chiedono al ministro dei Lavori Pubblici un'indagine conoscitiva sulle vicende che in questi ultimi mesi hanno coinvolto la società: «La Sitaf riceve finanziamenti da vari ministeri per le opere autostradali e per altre opere nella Valle ed è candidata alla realizzazione dell'Alta Velocità nella stessa zona. Ha partecipazioni in società autostradali oggetto di indagine della magistratura». Nell'interrogazione i parlamentari ricordano che nel novembre scorso l'amministratore delegato Franco Froio ha ricevuto un avviso di garanzia per peculato, e che il mese dopo il direttore tecnico Franco Campo è stato arrestato per truffa e peculato assieme ad altri responsabili, tutti inquisiti. I parlamentari chiedono infine se, alla luce di questi fatti, «non debba essere revocata la concessione per l'autostrada». Il sindaco di Rosta Luciano Leone, pds, difeso dall'avvocato Paola, è stato trasferito nel carcere di Pinerolo. L'altro arrestato, il vicesindaco Francesco Bellinazzi, psi, è arrivato alle Vallette da Vicenza, dove era stato fermato presso parenti. Oggi sarà interrogato dal magistrato, e forse messso anche a confronto con Leone. Per entrambi l'accusa è di abuso in atti d'uffico: avrebbe¬ ro permesso la costruzione di una strada che dalla statale 25 Rosta Avigliana porta verso l'autostrada e che finisce nel bosco. Un'opera costata un miliardo, realizzata dalla Sitaf, nonostante non fosse prevista dal piano regolatore. Nell'inchiesta del pm Marini c'è anche un giallo. Al Comune di Rosta sarebbe scomparso un documento in cui un tecnico comunale proponeva di non demolire il tracciato della strada perché poteva essere riutilizzata dal Comune. Il fronte delle indagini si allarga ad altri Comuni. Nel mirino ci sarebbe anche la centrale elettrica «Villa Quagliotti» di Avigliana, un vecchio impianto che pareva destinato a sparire, ma che ora la Sitaf pare intenzionata ad acquistare. Sulla vicenda c'è stata un'interrogazione del consigliere provinciale Claudio Chiaberge dei verdi. Proprietaria della centrale è la società «Ciò» srl (ex Conduzione impianti Olengo), di cui è amministratore Mariangela Rossero di Sant'Ambrogio, tito- lare di centrali e di una fabbrica stampi (Ciò) di S.Ambrogio. Mariangela Rossero aveva avuto in concessione il canale derivatore dalla Dora Riparia (sotto il ponte di Villardora) e la centrale. Per riattivare l'impianto, capace di otto metri cubi al secondo con una produzione di 500 chilovattora, era necessaria una spesa di 6 miliardi, di cui un terzo ottenuti come contributo dello Stato. Secondo il consigliere provinciale Chiaberge, «i lavori autorizzati sarebbero stati modificati, e il canale rifatto. C'è il sospetto che i lavori li abbia fatti la Sitaf con 12 miliardi di finanziamenti avuti per i Mondiali di calcio». La «Ciò» avrebbe avuto contatti con la Provincia per rifare la presa nella Dora Riparia attraverso il titolare della «Cogefa» Fantini (già arrestato per un'altra inchiesta) e Campanili o dell'«Impregeco». «A quale titolo la Sitaf dovrebbe spendere 12 miliardi per una società privata non partecipata, che ha già beneficiato di 1 miliardo e 800 milioni di contributi?». Mariangela Rossetto dichiara polemicamente: «Mai visto un contributo! Il progetto è nostro. I dodici miliardi della Sitaf sono solo una promessa. La Cogefa, la Rotunno e la Tes hanno lavorato solo per noi. La Sitaf ha un'opzione per l'acquisto, Fantini e Campanino non li conosciamo». Il direttore della Sitaf Gianfranco Campo precisa: «Per questo acquisto spenderemo 6 miliardi e non 12». La Sitaf: colpe solo dei Comuni SERVIZI A CURA DI Claudio Cerasuolo, Giuliano Dolfini, Brunella Giovara e Nino Pietropinto La centrale elettrica Villa Quagliotti oggetto di un'interrogazione «verde»