Ibm Semea sorpassa l' OIivetti di F. Man.

Ibm Semea sorpassa POIivetti Per la filiale italiana del gruppo Usa software e servizi contano ormai più del 50% Ibm Semea sorpassa POIivetti IIfatturato '92 sale dell'1,5% a 8500 miliardi MILANO. L'aria del Mediterraneo fa bene a «Big Blue». Ibm Semea, la consociata italiana del colosso informatico Usa ha chiuso i conti 1992 in nero, con meno utili dell'anno precedente ma comunque con un risultato positivo che si contrappone alle perdite abissali (circa 7500 miliardi) registrate dalla casa madre. «I ricavi complessivi ammontano a 8500 miliardi, in crescita dell'I,5% rispetto al '91 - ha detto ieri il presidente di Ibm Semea, Lucio Stanca, presentando i dati preliminari di bilancio -. Un risultato che ci consente di ottenere una redditività operativa ancora soddisfacente, seppur in flessione, e un utile netto inferiore ai 251 miliardi del 1991 ma comunque sostanziale». Allo stesso tempo l'occupazione è scesa di 1000 unità, da 14.100 a 13.170 persone, «con il blocco del turnover e con prepensionamenti incentivati i cui costi sono integralmente a carico nostro», sottolinea Stanca. E tra le pieghe del bilancio 1992 ecco una sorpresa: Ibm Semea leva al gruppo Olivetti lo scettro di prima azienda informatica operante in Italia. Come ha annunciato martedì scorso lo stesso Carlo De Benedetti, infatti, il fatturato '92 del gruppo di Ivrea è di 8025 miliardi, contro gli 8607 del 1991. Per Ibm Semea, che oltre al nostro Paese ha la responsabilità dei mercati dell'Europa meridionale, dell'Africa e del Medio Oriente, il fatturato italiano è stato di 4400 miliardi, con un incremento del 2% sul 1991. «Un dato - dice Stanca sostanzialmente in linea con la situazione del merca'to dove, secondo le nostre stime, c'è stato un incremento del 2-3%». I ricavi delle attività internazionali sono saliti del 25% arrivando a 850 miliardi, mentre le esportazioni sono scese del 4,5% a 3250 miliardi. Sul mercato nazionale poche sorprese dal rallentamento delle attività hardware. «Siamo in flessione un po' in tutti i campi - com¬ menta Stanca -, dai grandi sistemi, alle memorie disco ai personal computers». E così l'anno scorso il fatturato derivante dalle vendite e il noleggio di hardware è sceso del 9% a 2420 milardi. Cresce invece del 9% il settore software, con vendite complessive di 950 miliardi. Ma il vero salto lo fa il settore dei servizi che, con un incremento del 20%, tocca i 1030 miliardi. Fra tutti spiccano i servizi professionali: il volume d'affari delle attività di addestramento, consulenza, integrazione e gestione di sistemi informatici ha messo a segno lo scorso anno un progresso del 44%. E' anche grazie a questi risultati che nel bilancio '92 per la prima volta il software e i servizi contano più del 50% sul fatturato complessivo. Una tendenza in atto che Ibm Semea vuole rafforzare, pur non rinunciando all'innovazione tecnologica nell'hardware, creando sempre più unità autonome, come impone la nuova strategia della Ibm «federata». [f. man.]

Persone citate: Carlo De Benedetti, Lucio Stanca

Luoghi citati: Africa, Europa, Italia, Medio Oriente, Milano, Usa