Stefano? E' uno e centomila Il film di un'infinita trasformazione dominata dal complesso del cartoon

Stefano? E' uno e centomila Stefano? E' uno e centomila Il film di un'infinita trasformazione dominata dal complesso del cartoon NEL prologo del film la giocattolaia Amanda Sandrelli, intenta al lavoro nel suo laboratorio popolato di sovrani, principesse e cavalli di legno, recita una filastrocca che suona press'a poco: «C'era una volta un Re seduto sul sofà che disse alla sua serva: "Raccontami una storia". E la serva cominciò: "C'era una volta un Re seduto sul sofà..."». E così via cantilenando sinché i piccoli ascoltatori annoiati non se ne vanno. Su questa struttura narrativa che i semiologi definiscono «in abisso» (en ahimè) con un termine derivato dall'araldica, è costruito «Stefano Quantestorie»: in cui Maurizio Nichetti è un certo Stefano che avrebbe potuto diventare un altro Stefano che avrebbe potuto diventare un altro Stefano e chissà quanti ancora. Si comincia con lo Stefano entrato nell'Arma dei carabi¬ nieri per desiderio del papà Renato Scarpa: un timido romanticone che, identificata nella graziosa Amanda una rapinatrice, invece di arrestarla se ne innamora. Mentre se fosse dipeso dalle aspirazioni della mamma Milena Vukotic oggi sarebbe Stefano, impiegato tranquillo e marito frustrato dell'ossessiva ex compagna di scuola Caterina Sylos Labini; e rimpiangerebbe di non aver seguito l'impulso giovanile di fuggirsene in America. Perché allora sarebbe il pilota di linea Stefano, libero da impegni coniugali e in procinto di trascorrere una serata clandestina con l'hostess Elena Sofia Ricci, sposina disinvolta dello Stefano professore di matematica. Poi c'è lo Stefano sassofonista che lavora in un night alla moda e lo Stefano rapinatore che... Le vite di tutti questi Stefani - reali? eventuali? presunti? capitombolano l'una dentro l'altra nel corso di una magica notte di carnevale al termine della quale ognuno avrà diritto al suo finale più o meno lieto. Abilmente scritta (con Laura Fischetto) da Nichetti regista e interprete, la commedia scorre fluida e leggera nonostante il laborioso gioco a incastro su cui si basa. A fronte degli immutabili genitori, i trepidi e deliziosi Vukotic e Scarpa, il versatile protagonista si replica con palese divertimento nei diversi Stefano: che però tutti gli somigliano nello scivolare via in un'infinita trasformazione proprio quando sarebbero sul pun¬ to di acquistare umana consistenza. C'è chi ha il complesso d'Edipo e chi quello del cartone animato. Alessandra Levantesi STEFANO QUANTESTORIE di Maurizio Nichetti con Maurizio Nichetti, Milena Vukotic, Renato Scarpa Elena Sofia Ricci Amanda Sandrelli Caterina Sylos Labini Italia '93. Commedia Cinema Romano di Torino Mignon di Milano Maurizio Nichetti in «Stefano Quantestorie» impiegato tranquillo, pilota d'aereo o cosa altro?

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