E il parroco si abbona alla predica telematica di R. Cri.

A Reggio Emilia la prima banca dati A Reggio Emilia la prima banca dati E il parroco si abbona alla predica telematica Aggiornarsi sui temi sacri costa 25 mila lire al mese: 60 tesserati REGGIO EMILIA. E' nata in Emilia la prima banca dati per le parrocchie. L'ha pensata, progettata e realizzata un giovane sacerdote di Luzzara, provincia di Reggio Emilia, col pallino dell'informatica. La telematica entra così nella vita parrocchiale per dare una mano ai preti a fare prediche, preparare corsi di catechesi, corsi prematrimoniali o corsi sulla sessualità. Basta installare un semplice apparecchio in canonica o in sacrestia, e il «giochetto» è fatto. «Appi», che sta per Associazione Promozione Pastorale Informatica, è il nome della società fondata un anno fa dal ventottenne don Paolo Gherri, ed alla quale si sono già associati quasi sessanta sacerdoti che «lavorano» in diciassette province. Ma non è tutto. Don Paolo Gherri, assieme ad «Appi», ha fondato anche «Kerigma» (traduzione «annuncio»), una gigantesca banca dati religiosa a disposizione di tutti coloro che posseggono un modem ed un computer. La differenza fra «Appi» e «Kerigma» è che la prima è di natura privata: abbonarsi costa 25 mila lire l'anno ed i sacerdoti associati hanno diritto a ricevere ogni sei mesi un floppy disk con tutte gli aggiornamenti in fatto di attività parrocchiali, tratti da documenti e pubblicazioni vaticane. Il servizio fornito da «Kerigma» invece «è a carattere pubblico», spiega il prete che l'ha fondata, «nel senso che può essere utilizzato da coloro che posseggono un modem ed un computer» in canonica. In questo caso il costo della consultazione è quello della telefonata. «Quest'idea mi è venuta pensando a cosa fare per ottimizzare il tempo ed i mezzi a disposizione dei parroci - ha spiegato don Gherri, per nulla turbato dalla popolarità che l'invenzione gli sta creando ho pensato che un sistema informatico con un buon archivio comune, utilizzabile per tutte le parrocchie poteva essere la risposta giusta alle nuove esigenze. E in effetti, a distanza di un anno, questa banca dati studiata appositamente per le numerose esigenze pastorali dei miei colleghi si sta dimostrando molto valida». . «Queste banche dati non hanno alcun fine di lucro - ha proseguito il sacerdote - tant'è che le 25 mila lire annue che gli iscritti ad "Appi" devono versare, servono solo a coprire le spese. E l'iniziativa non è stata sostenuta da nessuno: per costituire questa società, io ed altri due sacerdoti, siamo dovuti ricorrere all'autofinanziamento, non avendo ricevuto nessuno contributo». E il vescovo, come l'ha presa? «Il vescovo di Reggio Emilia - dice don Gherri - ci ha incoraggiato perché in questo modo avremmo aiutato la vita pastorale diocesana. E' infatti molto più pratico e celere avere subito dei testi pronti, su questo o su quell'argomento». Ma il computer sostuituirà il sacerdote? Non ci sarà il pericolo di appiattire i discorsi dal pulpito? Di renderli troppo freddi e slegati dall'attualità? «L'informatica - conclude don Gherri serve solo a sostituire la macchina da scrivere o la fotocopiatrice, ma non certamente il prete. Ha solo la funzione di sveltire il nostro lavoro». [r. cri.]

Persone citate: Appi, Don Paolo, Gherri

Luoghi citati: Emilia, Luzzara, Reggio Emilia