Appalti, la Rai fa quadrato di Maria Corbi

Appalti, la Rai fa quadralo Appalti, la Rai fa quadralo Pasquarelli: «Vogliono colpirci» Ma s'indaga anche sui tg lottizzati ROMA. Crescono le indagini e i vertici della Rai scendono in campo compatti per difendere l'azienda dai sospetti di appalti illeciti. Ieri il pm romano Emma Dortona ha fatto ascoltare, come testimoni, dalla polizia giudiziaria i direttori di tgl e tg3, Alberto La Volpe e Sandro Curai, sulla lottizzazione dei telegiornali e più generale alla Rai, mentre Gianni Pasquarelli, il direttore generale, dopo giorni di caute dichiarazioni avvertiva: «Sullo spunto dell'iniziativa degli inquirenti si stanno montando interventi denigratori che puntano a colpire il ruolo e il futuro della Rai». L'inchiesta di Dortona si è aperta sulla scia di un dibattito al quale la Volpe e Curzi parteciparono nel marzo '92 a Conegliano Veneto. In quel dibattito si parlò di lottizzazione dei tg. Vi presero parte anche Enrico Mentana del Tg5 e Corrado Augias. Intanto Pasquarelli insiste: «Il rischio è che si voglia delegittimare il ruolo pluralista e centrale del servizio pubblico per sostituirlo con una offerta sbilanciata e interessata dell'informazione». Dietro tutto questo Pasquarelli legge «corposi interessi commerciali, pubblicitari e politici». Gli fa eco il presidente Walter Pedullà commentando in un intervista a Panorama l'indagine sugli appalti Rai. «Tutte le eventuali responsabilità dei singoli vanno accertate e punite. Non vorrei invece che si volesse, strumentalizzando le inchieste," punire proprio la Rai». «Questa storia - confida Pedullà - mi toglie il sonno. Non posso pensare che questa azienda così importante per il Paese sia una sorta di palazzo fondato sul malgoverno, sui favoritismi, sulla disonestà». La prima secca replica alle parole di Pasquarelli viene dal quotidiano del partito repubblicano che definisce le dichiarazioni del direttore generale «improntate ad una notevole spudoratezza». «Non abbiamo capito si legge sulla Voce - se Pasquarelli sostenga che la Guardia di Finanza prende ordini direttamente da Berlusconi, o se invece a darglieli sia il fantomatico "partito della privatizzazione della Rai"». Dietro l'invasione della Finanza a viale Mazzini i giornalisti Rai al contrario non vedono nessun complotto. Riuniti ieri in assemblea a Saxa Rubra hanno dato pieno appoggio ai giudici. «La magistratura deve proseguire le inchieste già aperte - si legge in un documento approvato all'unanimità - sulla politica degli appalti e delle collaborazioni alla Rai». I mezzi busti e le voci del servizio pubblico stretti intorno a Giuseppe Giulietti, ex leader dell'Usigrai e al nuovo segretario Giorgio Balzoni, hanno parlato del futuro delle loro testate nel segno del rinnovamento. «Non è un problema di teste di direttori da far cadere - ha spiegato Giulietti'- ma di ridefinire fl sistema di informazione pubblica ridandogli credibilità e competitività». I giornalisti Rai chiedono alla commissione Cultura della Camera alla vigilia del varo della «leggina» di riforma Rai che detterà le regole per l'elezione del nuovo governo aziendale, di diminuire i poteri del direttore generale togliendogli la possibilità di influire nelle scelte editoriali. Una nuova assemblea per valutare l'andamento della discussione in commissione alla Camera o il testo dell'eventuale accordo sarà fissata per mercoledì prossimo. In attesa di nuove norme che ridiano credibilità all'informazione pubblica, volti e voci dei telegiornali e della radio confermano la loro disponibilità «a qualsiasi iniziativa di lotta compreso lo sciopero generale». Maria Corbi Gianni Pasquarelli

Luoghi citati: Conegliano, Roma