Quegli straccioni sono i Windsor

Londra, i sovrani in rovina nel romanzo beffardo di una scrittrice inglese Londra, i sovrani in rovina nel romanzo beffardo di una scrittrice inglese Quegli straccioni sono i Windsor Cacciati in una casetta di periferia la regina si diverte, Filippo impazzisce 1 LONDRA E ALI, reali e ancora reali. Questa volta, però, niente foto indiscrete o registrazioni pirata. Il nuovo scoop è un romanzo: l'ha costruito Sue Townsend, servendosi di modelli-poveri molto concreti, per il suo La regina ed io, che Sperling & Kupfer manderà in libreria nella traduzione italiana la prossima settimana. Sue Townsend è l'autrice di The Secret Diary of Adrian Mole Agen 13 and 3/4 (fi diario segreto di Adrian Mole, di anni 13 e 3/4), il libro inglese più venduto degli Anni Ottanta. Pubblicato nel 1982, il Diario di Adrian Mole ha totalizzato sette milioni di copie, è stato tradotto in ventinove lingue e ha fatto diventare ricchissima Sue Townsend, proprio come in uno dei suoi ironici racconti-favola. «I soldi servono per avere più spazio e poter fare delle scelte», ha dichiarato la scrittirce. Lei ha scelto di continuare a vivere a Leicester, dov'è nata quasi cinquantanni fa, con madre e padre che facevano i conducenti di autobus. Dopo il successo del Diario di Adrian si è concessa una casa edoardiana con tante stanze e un bel giardino, ma non cessa di stupirsi al pensiero di quanto piccolo fosse il prefabbricato del dopoguerra dove la sua famiglia viveva e dove vivono tutt'oggi molte famiglie inglesi. Come non cessa di irritarsi all'idea della quantità di soldi che la famiglia reale spende per il mantenimento del «Britannia», lo yacht di rappresentanza: 60 milioni al giorno, puntualizza in ogni intervista. Abbandonata la scuola a 15 anni la Townsend si è sposata prestissimo e altrettanto presto si è trovata da sola con tre figli piccoli, accumulando una vasta esperienza in prima persona su servizi sociali e code per gli assegni di disoccupazione sempre in ritardo. Ora li ha descritti accuratamente nel suo La regina ed io, coi loro meccanismi kafkiani e avvilenti. Quest'avventura regale dai toni fra il macabro e il satirico si svolge in una periferia e ha inizio quando, dopo le elezioni del 9 aprile 1992 in Gran Bretagna, va al potere il partito popolare repubblicano, grazie ai messaggi subliminali antimonarchici trasmessi in tv dalle sue talpe. Nel giro di 48 ore la fami- glia Windsor viene sfrattata da Buckingham Palace e perde ogni ricchezza terrena, ritrovandosi immersa nello squallore neorealista di un quartiere popolare delle Midlands, in una città che potrebbe essere Birmingham. Trasportati pochi mobili in un camion messo a disposizione dal Partito, i reali devono presto scendere a patti con la dura realtà. I bellissimi tappeti Aubusson di Elisabetta non entreranno mai nelle minuscole stanze della casetta monofamiliare a due piani assegnata a lei e a Filippo. E il tepore di Buckingham Palace è solo un ricordo lontano: le maledette stufe a gas del cubicolo definito soggiorno funzionano a suon di monete da 50 pence. Tutto ha un prezzo e tutto è tremendamente difficile da gestire per chi è abituato a non doversi occupare di queste cose e dei propri introiti. Per fortuna ci sono i vicini. Un vero choc per il senso estetico della principessa Diana, che da parte sua investe subito i due soldi dell'assistenza sociale in una serie di vernici coordinate per ridecorare gli interni. Birra, gin e tanfo di frìtto Nonostante i loro tacchi a spillo e le scarpe bianche, le minigonne sintetiche e le gambe cellulitiche rese blu dal freddo, gli stomaci dilatati dalla birra e il tanfo costante di fritto, i vicini si dimostrano subito solidali con i reali caduti in disgrazia. Il signor Spiggy, mago del fai da te, è pronto a dare una mano: qualche ritaglio qua e là e i tappeti Aubusson si adattano. Elisabetta, o Lilibet come la chiamano in famiglia, o signora Windsor come preferisce farsi chiamare lei, fedele alla propria immagine non perde la testa e organizza la nuova vita. Riesce a vestirsi da sola fin dalla prima mattina, con un gran senso di vittoria. Filippo, invece, non si piega, e si spezza finendo in im ospedale psichiatrico. La regina madre è entusiasta, e mentre scarica la provvista di bottiglie di gin esclama nel suo piccolo bungalow: «Che carino, è grande come una cuccia per cani grandi». Anna, con sano pragmatismo anglosassone, tira fuori lo stesso spirito della madre e si rimbocca le maniche rivelandosi un perfetto plombier. La principessa riesce perfino ad innamorarsi di un vicino di casa che come lei ama i cavalli. Il più appagato dalla nuova vita è proprio l'ex futuro sovrano che accetta con gran sollievo il nuovo non ruolo. Carlo passa i suoi giorni in giardino sperimentando con gran soddisfazione nuove coltivazioni organiche. Lasciati gli abiti ufficiali e infilatosi in una tuta da ginnastica, si fa crescere un codino e tocca il cielo con un dito quando scopre che il Servizio Sanitario Nazionale può liberarlo dal complesso delle orecchie a sventola. Gli altri due figli, Edoardo e Andrea, sono in giro per il mondo. Edoardo è al seguito della compagnia teatrale per la quale lavora, che sta riscuotendo un successo straordinario in Nuova Zelanda e Australia con il musical Pecore! Ma anche facendo buon viso a cattivo gioco la vita è dura in questa periferia selvaggia. Furti a ripetizione, polizia che pattuglia le strade, coprifuoco serale, bambini infreddoliti gonfiati dai cibo in scatola. Il cane preferito di Elisabetta, il suo Corgy Harris, si unisce a una banda di semirandagi e riscopre gli istinti di caccia. I topi non mancano. Carlo si fa arrestare per oltraggio a pubblico ufficiale e finisce in galera. La regina madre muore, con il sorriso sulle labbra, non prima però di aver dichiarato di non essere mai stata veramente innamorata del marito. Dopo la morte della madre, Lilibet Windsor si risveglia in un lago di sudore. E' stata una notte da incubo. Il risveglio dal brutto sogno Accarezza il mantello del sonnecchiante Harris e le rimane il tempo per vedere apparire sui teleschermi i risultati delle elezioni: sempre quelle del 9 aprile 1992. I conservatori hanno vinto, un'altra volta. Tra pochi minuti arriveranno i valletti pronti a tirare le tende, servire la colazione e vestirla con sollecitudine. L'avventura nei quartieri popolari è stata solo un brutto sogno, ma le ambasce della famiglia reale, suggerisce maliziosamente la scrittrice, non sono finite. Dopo quelle fatidiche elezioni devono ancora arrivare: la biografia della principessa Diana, le fotografie di Sarah Ferguson e di Johnny Bryan, i nastri registrati di Strizzolina, le voci sempre più insistenti sul divorzio Carlo-Diana, i tagli all'appannaggio reale. La realtà in gara con l'incubo. Marina Goldsmith II flirt di Anna con un vicino Carlo arrestato per oltraggio irsi da sola fin dalrima mattina, con ran senso di vitto Filippo, invece, si piega, e si speznendo in im ospe psichiatrico. a regina madre è usiasta, e mentre rica la provvista di iglie di gin esclama nel suo olo bungalow: «Che carino, è de come una cuccia per cani di» Anna con sano pragma

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