Leggetelo con distacco

Leggetelo con distacco Leggetelo con distacco Abbiamo chiesto al professor Vittorio Strada un giudizio sull'attualità del Lenin «teorico». s ONO sempre dell'idea che i libri in generale, senza dare giudizi di merito, vadano conosciuti e letti. Certo in modo critico e, per quanto riguarda Lenin, non in modo «marxista-leninista». Lo stesso discorso vale per Stalin, Trockij e tutti gli altri, Hitler compreso Può sembrare una battuta, ma non lo è: non capisco l'ostracismo che viene dato ai testi del Fuhrer. Si tratta di idee che hanno agito sulla storia. Per quanto riguarda gli Editori Riuniti, non so quali siano stati i meccanismi della decisione editoriale. Se si è trattato di una scelta di mercato forse è giustificata. Ma se ci fossero scelte politiche ed ideologiche allora vale quello che ho detto prima: una casa editrice seria e democratica può benissimo avere in catalogo Lenin, purché filologicamente corretto. Per quanto riguarda l'importanza della sua opera, bisogna invece distinguere. Se si intende un valore fruibile ai tempi nostri, davvero non saprei cosa dire. Se invece si intende qualcosa che aiuti a comprendere la storia russa e mondiale, allora penso che il Che fare? resti un classico del pensiero politico. Certo non mi sembra sia da recuperare granché del Lenin di Stato e rivoluzione e in generale del Lenin filosofo. Se dovessi suggerire di pubblicare qualcosa, sempre con un adeguato apparato filologico, vedrei il Che fare? e una raccolta di scritti del Lenin statista, cioè del Lenin dopo il '17: quello che affronta i problemi della gestione dello Stato, naturalmente con tutte le sue illusioni, i suoi errori, i suoi crimini. Che cerca comunque di far funzionare la macchina da lui costruita. Vittorio Strada