«Sognare può far venire l'infarto» di Piero Bianucci

Gli studi di alcuni scienziati americani hanno portato a conclusioni controcorrente Gli studi di alcuni scienziati americani hanno portato a conclusioni controcorrente «Sognare può far venire l'infarto» «Aumentano i battiti, la pressione e quindi lo stress» Sognare fa male. Un sogno può uccidere. Può causare un infarto. Lo afferma Virend K. Somers dell'Università americana dello Iowa sulla base di una ricerca da lui diretta i cui risultati (ancora preliminari) sono usciti ieri sul prestigioso «New England Journal of Medecine». E' una tesi che va controcorrente. Molti studi sperimentali sulla fisiologia del sonno finora hanno invece messo in evidenza il ruolo positivo del sogno. E gli psicoanalisti nei sogni hanno visto un ponte prezioso tra il conscio e l'inconscio. L'equipe di Somers ha studiato un campione di otto volontari misurando il loro ritmo cardiaco, la pressione del sangue e l'attività del sistema nervoso simpatico durante il sonno. Mentre riposiamo in genere le pulsazioni del cuore diminuiscono, la pressione si abbassa, e il sistema del nervo simpatico rimane quasi inattivo. Ci sono però alcuni periodi, chiamati «sonno Rem», durante i quali si sogna: e allora il cuore accelera fortemente, la pressione può subire forti sbalzi e il nervo simpatico diventa due volte più attivo che durante la veglia. E' in queste fasi che sale il rischio. Ma lo stesso Somers precisa che «l'idea di una pericolosità dei sogni rimane essenzialmente speculativa» e richiede altre conferme più accurate e su un campione più ampio. I fenomeni di accelerazione cardiaca e di attività del simpatico collegati al sogno erano già ben noti: per quale meccanismo i sogni risulterebbero pericolosi? Secondo l'equipe dell'Università dello Iowa essi ecciterebbero il sistema del nervo simpatico, che a sua volta indurrebbe una produzione particolarmente abbondante di ormoni dello stress. Per alcuni soggetti ne deriverebbe un serio pericolo di attacchi cardiaci. Ciò sarebbe confermato dal più alto numero di infarti che si registra nelle prime ore del mattino, subito dopo il risveglio. «Anche questo però non è un risultato molto originale - ri¬ corda Pier Giorgio Strata, professore di fisiologia all'Università di Torino -, è noto da anni che in soggetti cardiopatici un infarto durante il sonno Rem è abbastanza frequente. Il sonno Rem viene anche chiamato sonno paradosso proprio per le sue caratteristiche contraddittorie: durante il sonno Rem il corpo si addormenta ancora più profondamente e il tono muscolare crolla, ma la mente si risveglia ed è attivissima. Questa attività può essere uno stress per chi soffre di disturbi cardiaci». La sigla Rem deriva dalle parole inglesi Rapid Eye Movement, rapidi movimenti oculari. Nel sonno Rem, infatti, le pupille si muovono a gran velocità, come se seguissero l'azione del sogno. Ne conseguono anche modificazioni della chimica del sistema nervoso: i neuroni (o cellule nervose) contenenti il neurotrasmettitore noradrenalina scaricano meno frequentemente durante le fasi iniziali del sonno e non scaricano affatto durante lo stadio Rem. I neuroni contenenti noradrenalina sono meno dell'uno per cento delle cellule cerebrali ma possono influenzare il funzionamento di tutto il cervello. Per esempio, una concentrazione troppo bassa di noradrenalina e di serotonina causa depressione. La chimica del cervello non considera però il significato esistenziale che il sógno ha per il sognatore, significato su cui insiste la psicoanalisi. Da questo punto di vista, spiega Aldo Carotenuto, docente all'Università di Roma e psicoanalista junghiano, «il sogno non solo non è dannoso ma è indispensabile, chi sogna vive aspetti della sua esistenza che altrimenti gli sarebbero preclusi». «Il sogno - aggiunge Carotenuto - ci mette a confronto con qualcosa di sommerso, di ignoto, ma essenziale per la nostra vita. Le persone più intelligenti e sensibili sono anche grandi sognatori, e grandi sognatori furono Freud e Jung». Piero Bianucci

Persone citate: Aldo Carotenuto, Carotenuto, Freud, Jung, Pier Giorgio Strata, Somers

Luoghi citati: Iowa