E Moana fonda una rivista

Chiamati a collaborare Busi e Sgarbi E Moana fonda una rivista Chiamati a collaborare Busi e Sgarbi Non è ancora spenta l'eco sul libro di Madonna, che già si parla del mensile porno-erotico di Moana Pozzi, da fine marzo in tutte le edicole: 68 pagine a colori e in bianco e nero, titolo «Moana's Club», prezzo da definire, direttore ancora anonimo («Un giornalista qualsiasi scelto nella casa editrice del mio socio, Balsamo»), copertina sempre molto hard in carta patinata, un'infinità di fotografie firmate Mapplethorpe, Newton, Bettina Rheims, ecc., nudi di tutte le epoche e di tutti i sessi. «Una sorta di Blob televisivo composto da immagini porno-erotiche tutte scelte accuratamente da me con conoscenza di causa, in un vastissimo repertorio che va dal primo Novecento ai giorni nostri: ci sono le pin-up Anni 50 di Betty Page, i nudi di Newton, i cadaveri di Wegee». Significa dunque che ci può essere erotismo anche in un cadavere? Significa proprio questo. «Come no? Non dobbiamo dimenticare neppure i necrofili. «Inoltre, foto di omosessuali mentre fanno all'amore, che io trovo estremamente eccitanti. Insomma, foto molto erotiche e foto apparentemente innocenti, ma capaci di risvegliare sogni erotici: come "Paesaggio pornografico" di Bettina Rheims, dove si vede un divano con nessuno sopra, ma ancora segnato dalle sagome dei corpi». E non si tratterà solo di erotismo fotografico: compariranno anche recensioni di libri e di film, interviste, commenti sull'attualità, nonché l'immancabile rubrica con le lettere dei fans. Tutto ad opera di Moana che s'improwiserà per l'occasione redattrice, elzevirista, critica, intervistatrice nonché art-director e fotografa di se stessa: «Mi scatterò delle polaroid riflessa allo specchio nei vari momenti della giornata». Qualcosa di familiare dunque e non troppo pornografico: «Naturalmente: anche se sarò nuda e magari con le gambe aperte, oppure, chissà». Non è un po' troppo, per una sola Moana? «Io sono abituata a lavorare e non mi sgomento certo per questo. Anzi, mi affascina la possibilità di scrivere: anche se non voglio rubriche fisse, a parte le lettere dei lettori che verranno fotocopiate per essere il più possibile genuine. La cosa che mi attira maggiormente è una sorta di diario in cui riporterò le mie conversazioni con un personaggio di volta in volta diverso, appartenente al mondo della cultura, dell'arte o della politica. Si tratterà di chiacchiere molto disinibite sul sesso. Io credo che soprattutto i politici, se non sono troppo inibiti o reticenti, ne sappiano una più del diavolo. E cercherò di fargli confessare tutti i vizietti occulti». Ci sarà ovviamente un socio d'affari, Roberto Balsamo che, essendo editore l'aiuterà nell'iniziativa. E i fondi? «Per ora, non mancano: ci investo tutti i proventi delle mie cassette porno, di cui Balsamo cura la distribuzione. Se la rivista funziona, come spero, non solo la manderemo in Francia e in America, le didascalie delle foto sono già trilingui, ma assumeremo anche dei collaboratori di vaglia. Ho già i nomi dei miei favoriti in mente: Aldo Busi e Vittorio Sgarbi. Sempre che dicano di sì». Glielo abbiamo chiesto: e dicono di sì. Aldo Busi: «Per me, non ho alcun tipo di preclusione e scriverei ovunque, anche sul Gazzettino di Canicattì o sull'Eco degli ex combattenti, purché mi paghino bene e i miei scritti non vengano censurati. Scrivo persino sull'Eco di Montichiari, sorta di bollettino parrocchiale dove i miei pezzi, una volta tanto gratuiti ma sempre integri, compaiono fra le tisane, l'elenco dei morti e le messe in suffragio». Vittorio Sgarbi: «Dipende da quanto mi paga. Moana mi è molto simpatica perché in quest'ondata di moralismo è stata una delle poche che ha saputo interpretare il mio nudo nel suo giusto aspetto di provocazione». Donata Già neri La pornostar Moana Pozzi dopo il successo dell'autobiografia produrrà una rivista hard

Luoghi citati: America, Canicattì, Francia, Montichiari