Per i disoccupati Major inventa i lavori forzati

Dura reazione delie Unions «Vuole operai a basso costo» «Opere sociali per ottenere il sussidio» Per i disoccupati Major inventa i lavori forzati LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Con tre milioni di disoccupati sulle spalle che gravano sul bilancio statale, il primo ministro John Major ha scatenato una tempesta in Inghilterra appena ha espresso una sua idea originale: per aver diritto al sussidio di disoccupazione, d'ora in poi i senza-lavoro potranno essere utilizzati in opere e servizi pubblici. Malgrado il fuoco di fila dell'opposizione laborista e lo scetticismo di molti colleghi di partito, Major ha difeso ieri la sua «trovata» anche in Parlamento, sollecitando «un dibattito approfondito». Non è un'idea del tutto originale, in realtà, perché nell'era reaganiana, l'amministrazione Usa ha cercato di introdurla, specie a livello locale. Ma sarebbe un'esperienza del tutto nuova per l'Inghilterra, attanagliata dagli effetti di una recessione lunga ormai oltre due anni, con il corollario di quasi tre milioni di disoccupati destinati a salire a tre e mezzo secondò le previsioni Cee entro la fine dell'anno e forse addirittura a quattro nel prossimo. In un discorso agli attivisti del partito conservatore riuniti in una serata di gala al «Carlton Club», Major ha lanciato, dunque, la sua idea: «Mi chiedo se pagare i sussidi di disoccupazione, senza offrire o esigere alcun tipo di attività in cambio, serva a chi è senza lavoro e alla società». Gli esperti governativi, pur precisando che non c'è ancora alcun progetto di legge in proposito, hanno cominciato subito a delineare programmi di lavoro in opere pubbliche, in servizi sociali ai quali dovrebbero essere adibiti i disoccupati, specie quelli che percepiscono sussidi da lungo tempo perché non hanno trovato un'altra occupazione. Immediata è scattata la replica dei sindacati e dell'opposizione laborista. «Si vuole creare semplicemente un pool di lavoro a poco prezzo per gli imprenditori e minacciare così gli altri lavoratori - ritorcono alle Trade Unions - non è certo con questi espedienti che si risolverà la piaga della disoccupazione». E il ministro-ombra della Previdenza sociale Donald Dewar ha sostenuto con foga: «Quello che la gente disoccupata chiede è solo un lavoro duraturo e stabile. Tutto il resto sono chiacchiere». Gli ultraconservatori, come l'ex ministro lord Tebbit, sono invece entusiasti della proposta di Major: «Non credo che sia difendibile, né moralmente né economicamente, pagare la gente perché non faccia nulla, quando invece può essere utile alla società. Magari piantando alberi lungo le strade, dipingendo gli edifici pubblici, pulendo le spiagge, assistendo gli anziani». Il problema esiste, perché secondo le statistiche ufficiali il costo dei sussidi per i disoccupati salirà alla fine dell'anno a 10 miliardi di sterline. Ed è destinato ad aumentare, ancora, se la disoccupazione si aggraverà. Il passivo del bilancio pubblico comincia a impensierire seriamente anche in Inghilterra e l'indebitamento si è già impennato fino a 44 miliardi di sterline, a un livello impensabile ai tempi della Thatcher che pone Londra in difficoltà nel raggiungimento degli obiettivi fissati dal trattato di Maastricht. Paolo Patru no Dura reazione delie Unions «Vuole operai a basso costo» Major con la Thatcher (foto grande) Qui a fianco il leader laborista John Smith

Persone citate: Donald Dewar, John Major, John Smith, Paolo Patru, Tebbit, Thatcher

Luoghi citati: Inghilterra, Londra