Peggio e meglio dei socialisti di Lietta Tornabuoni

Peggio e meglio dei socialisti Peggio e meglio dei socialisti PURE chi è sempre stato molto critico verso i socialisti si rende conto che, a rifletterci, il disastro del psi non colpisce soltanto Craxi e i suoi (anche Martelli: con che faccia può presentarsi come segretario alternativo dopo aver fatto per tanti anni lo yesman del segretario ripudiato?), non mette in discussione soltanto il governo Amato e il degenerato sistema dei partiti, non ha soltanto umiliato militanti ed elettori socialisti estranei alla politica dei quattrini, non ha soltanto sporcato la grandezza d'un partito dalla storia gloriosa sovrapponendovi l'immagine (in parte ingiusta, ma inevitabile) d'una banda di ladri, non ha soltanto reso sempre più difficile quell'ipotetico governo delle sinistre sino a ieri impedito dall'interdetto gravante sui comunisti. Sono già conseguenze assai rilevanti. Eppure non sono le sole: e magari neanche le peggiori, se si pensa ai riflessi che la crisi socialista potrebbe avere nel costume e nella cultura del Paese. In questo campo (la cultura, il costume) i socialisti sono .stati corresponsabili ,.di fenomeni negativi e responsabili di fenomeni <-^positivi.?Léveose pessime si sono addensate soprattutto nell'ultimo tempo. Tra le altre: l'esaltazione della spregiudicatezza personale; la patina di cinismo strumentale data alla politica; la amoralità nell'uso dei mezzi per conquistare il potere; il gran parlare di svecchiamenti, modernizzazioni e managerialità in contrasto con un arcaico agire padronale, clientelare e corrotto; l'indifferenza per la gente comune che non conta nulla; la rinuncia, per presunta opportunità elettorale o per facilitare alleanze politiche, a certe posizioni (sulla pace, sulla droga, sull'aborto, sulla laicità); la pratica del privilegio. Le cose migliori non ^possono venir negate, neppure da chi è sempre stato molto critico verso i socialisti. Hanno cercato di dare dell'Italia un'altra immagine, più moderna e aperta, meno provinciale e meno lagnosa, più ottimista e vitale, persino più allegra; di stabilire (si vide anche a Sigonella) un altro tipo d'internazionalismo, non più basato esclusivamente sull'obbedienza americana. In gruppi governativi votati al rinvio, alla conservazione, all'ipocrisia, il deprecato decisionismo ha introdotto l'idea del fare, una dinamicità; e sono apparsi ministri o leader meno tortuosi, più diretti espliciti e chiari, meno gravati da pregiudizio poliziesco verso gli estremismi di sinistra, capaci di rivendicare i diritti umani contro la ragione di Stato durante la prigionia di Aldo Moro. In un mondo politico remoto da ogni forma di cultura contemporanea, ignorando la letteratura hàrM* ^xiSfc*1 i'S-' tenzione (anche troppa) ai media, alle nuove professioni, allo spettacolo, alla moda, al cosmopolitismo culturale. Poi tutto s'è degradato, s'è intorbidato, e adesso pure l'opposizione interna al partito fa presto a dire che i socialisti hanno preso troppe scorciatoie disoneste, sono stati impazienti e politicamente malaccorti, che hanno sbagliato i conti, che come tutti si sono fatti fregare dalla democrazia cristiana. Ma se anche le cose migliori si perderanno insieme con loro che si vanno perdendo, per la cultura e il costume d'Italia non sarà un gran vantaggio. Lietta Tornabuoni ani j

Persone citate: Aldo Moro, Craxi

Luoghi citati: Italia, Sigonella