No smoking alla Casa Bianca

«Il fumo fa male e rovina i mobili». A tavola saranno serviti cibi salutisti made in Usa «Il fumo fa male e rovina i mobili». A tavola saranno serviti cibi salutisti made in Usa No smoking alla Casa Bianca Ordine di Hillary, e tornano i broccoli WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Nella sua casa non si potrà fumare, anche per rispetto, oltre che della salute, di mobili venerandi. Nella sua casa si mangeranno esclusivamente cibi americani. E, spesso, a tavola siederanno ospiti sconosciuti, selezionati dalla cieca fortuna attraverso imparziali lotterie. Una «linea calda» registrerà e trasmetterà a chi di dovere i commenti della gente. E allora? Allora la cosa ha la sua importanza, perché non si sta parlando di una casa qualunque, ma della casa per eccellenza in America, vale a dire la Casa Bianca. E, naturalmente, della sua nuova padrona, Hillary Rodham Clinton. «Vogliamo lasciare la nostra impronta», ha annunciato Hillary al «New York Times», riferendosi, in questo caso, allo stile di vita domestico. Innanzitutto, la salute. Domenica sera, i governatori di tutti gli Stati, invitati a casa dei Clinton, hanno notato subito una novità, quando, dopo aver religiosamente seguito la finale di Superbowl dal 54 pollici presidenziale, si sono seduti a tavola. Neanche un maledetto portacenere. Il messaggio era chiaro. «Chi vuole fumare alla Casa Bianca - ha stabilito Hillary esca in giardino». Già dal '91, nella prima casa d'America, non si poteva più fumare in parecchi posti, tipo la cucina, gli spogliatoi, le aree di servizio. Ma la proibizione si arrestava alla soglia dei quartieri privati, dove aleggia ancora la riverita memoria di grandi tabagisti, a cominciare da Franklin Delano Roosevelt, che ne infilava nel bocchino una dopo l'altra. Adesso, per accendersi una cicca, Franklin Delano dovrebbe andarsi a nascondere dietro un cespuglio del Giardino delle Rose. «Guardando questi mobili American Empire e respirando questa atmosfera venerabile - ha invece confessato Hillary - ho sentito ancora più forte l'impulso di vietare il fumo». D'altra parte né Bill né Hillary hanno mai fumato (a parte, naturalmente, quei due o tre famosi spinelli «non aspirati» in gioventù dal primo cittadino). Negli uffici, i trasgressori del divieto rischieranno il posto, ma, in doveroso ossequio al progresso dei tempi, le donne potranno finalmente indossare i pantaloni. Si rovescia il codice dei divieti e dei permessi, accordandosi alla filosofia del «politicamente corretto». E qui, anche per completare il discorso sulla salute, occorre parlare di cucina. Al pranzo dei governatori il menu era stato definito dopo puntigliose consutazioni tra lo chef Pierre Chambrin e la segretaria di Hillary per le relazioni sociali, Ann Stock. Sono arrivati in tavola: gamberetti affumicati marinati, guarniti da tortini di rafano e mango, filetto di bue al forno, baby-verdure cotte in cestello di zucchine, patate Golden dello Yucon con cipolle dolci della Georgia, il tutto rinfrescato da insalatine verdi d'inverno condite con salsa alle nocciole e, infine, convenientemente raddolcito da una terrina di sorbetto alla mela in compagnia di una «mousse» dell'americanissimo pomo Applejack in salsa di sidro caldo. Vini, ovviamente, di Virginia, California e Oregon. Alla faccia degli esportatori stranieri e della cucina fran- co-internazionale della famiglia Bush. E, a ulteriore sfregio dello sfrattato predecessore, che li odiava, i Clinton annunciano orge di broccoli, che adorano. «Stiamo cercando di mettere insieme, come dire, un governo della cucina che ci consigli su nuovi menu e nuove idee», ha annunciato Hillary. I cuochi (americani) del Paese saranno chiamati a concorrere nel mettere a punto e aggiornare «una politica del cibo». Ancora una volta: partecipazione. «Vogliamo promuovere cibo americano fre¬ sco e salutare», è la religione di Hillary, che nel disegnare un pasto tipico della prima famiglia, elenca: «Molte verdure, molte fibre e tanta frutta». Un esempio: «Petti di pollo ai ferri, verdure al vapore, riso, insalata verde». E, se dessert ha da essere, allora sia a base di frutta: «Sorbetti e crostatine di mele». Nel suo fervore eugenetico, Hillary si rende conto che c'è qualche contraddizione da aggiustare. «Devo difendere mio marito - ha detto.- Fare un salto ogni tanto a un fast-food non è il peggiore dei peccati». Come sarebbe a dire un salto ogni tanto? Clinton è uno sterminatore di patate al formaggio fritte, un macinatore di hamburger, un salsicciojdipendente. A Little Rock, Lucilie Robinson del «Dog's Eat» si commuove ancora nell'immaginario impegnato a sbranare uno dei suoi giganteschi «cheesburger piccanti con peperoncini». Il gestore del locale «MacDonald's» non si è ancora ripreso dal dolore per la partenza del governatore. Ma, in fondo, che cos'è il «SuperMac» se non sano e nutriente cibo americano? Paolo Passarmi Potranno cenare col Presidente cittadini scelti con una lotteria f «Otte Mta'- ::: km- mmm mmm 1 -HILLARY CLINTON 2-BERNARD NUSSBAUM, consigliere della Casa Bianca 3-VINCE FOSTER, vice consigliere 4-CAROL RASCO, assistente del Presidente per la politica interna 5-ROBERT RUBIN, capo del Consiglio per l'economia nazionale H M m m M m m m mwmm E| O H] £3 m m A-Presidente BILL CLINTON, Ufficio ovale B-Studio di CLINTON C-MARK GEARAN, vice capo dello staff presidenziale D-THOMAS McLARTY, capo dello staff presidenziale E-Vicepresidente AL GORE F-ANTHONY LAKE, consigliere per la sicurezza nazionale G-SANDY BERGER, vice consigliere per la sicurezza nazionale H-DEE DEE MYERS, addetto stampa I-GEORGE STEPHANOPOULOS, portavoce J-Sala per le riunioni di Gabinetto jr1 31 1!? 1 1 nil is iff * MAH) ETtfc- NEW YOHK \'I «SI1AY Hillary Clinton Sopra: una vignetta comparsa su «Newsweek» e nel grafico l'ufficio della First Lady alla Casa Bianca [FOTOAP)

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