Sanremo canta la mazzetta

Sanremo^ canili la mazzetta Sanremo^ canili la mazzetta Aragozzini si difende e accusa Gerirti SANREMO. La tangenti-story «secondo Aragozzini» arriva a sorpresa, quando nessuno se l'aspetta. E' la nona udienza del processo al re delle canzonette, Adriano Aragozzini, accusato di aver corrotto tra l'88 e l'89 mezza giunta sanremese per vincere la corsa all'organizzazione del Festival. «Altro che mazzette, sono stato ricattato, ingannato», si difende il patron. Ma il Festival resta nella bufera. Non fa in tempo a schivare le vecchie accuse di malaffare che già si profila una nuova denuncia: oggi, una delegazione di autori e cantanti «trombati» dalla macchina delle eliminatorie raggiungerà Sanremo per chiedere un nuovo intervento della magistratura. Alle 15 di ieri, Aragozzini sale sul banco degli imputati. E' scortato da due agenti in borghese, incaricati di proteggerlo da frequenti minacce di morte. Per due ore, nega di aver mai versato tangenti per organizzare il Festival dell'89. «Non ho mai pagato, non ne avrei avuto bisogno: godevo del massimo gradimento Rai». I protagonisti della tangenti-story? Aragozzini giura di conoscerne ben pochi. Le accuse del marchese romano Antonio Germi? «Invenzioni, frutto di un piano di vendetta: avevo appena sciolto una società con lui, tagliandolo fuori dall'affare Sanremo». E' il gennaio '91, quando Germi accende la miccia del caso-Festival. La valanga di accuse contro il patron è tornata ancora ieri, parola per parola. «Confermo tutto - esordisce il marchese - Aragozzini ha pagato 870 milioni a politici di Sanremo per aggiudicarsi l'edizione dell'89. Fu lui stesso a confessarmelo quando eravamo soci, per giustificare come aveva speso 400 milioni che gli avevo prestato». Non solo. L'accusatore alza il tiro, e la pioggia sul Festival diventa tempesta: «Peppino Di Capri quest'anno presenterà una canzone che mi è stata scippata. L'avevo pre¬ sentata già io nel '91, con un altro cantante. Il brano era stato scartato, ed ora lo hanno cambiato leggermente». Altra denuncia in arrivo. Ma non basta. E' ancora il marchese Germi ad annunciare che nei prossimi giorni si rivolgerà alla magistratura romana: «Vuoterò il sacco sulle produzioni esterne della Rai. E sarà un altro scandalo». Come se non bastasse, la bufera che imperversa sulla mecca delle canzonette prevede per questa mattina altre «grandinate». Il gruppo di artisti scontenti «La nuova canzone italiana», guidati dall'autore Sergio Cere, arriveranno oggi alla stazione di Sanremo con la richiesta di bloccare il Festival e aprire nuove indagini. E pensare che il Comune è riuscito solo ieri, a 20 giorni dall'eurovisione, ad approvare «in extremis» programma, convenzione e regolamento della rassegna canora. Il Comitato regionale di controllo li aveva bocciati in blocco: «Irregolari». [m.p.]

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