Blitz alle nozze della camorra di Fulvio Milone

Napoli, si sposava un «pistolero», riuniti boss e guappi Napoli, si sposava un «pistolero», riuniti boss e guappi Blitz alle none della camorro La polizia ha fatto irruzione al ristorante, subito dopo la cerimonia Arrestato Salvatore Lorusso, il padrino che controlla la periferia Est NAPOLI. Nessuno dei trecento invitati alle nozze degli yuppies della camorra saprà mai in che cosa consistesse la «sorpresa dello chef» annunciata sul menù. E nessuno è riuscito ad ascoltare la voce calda di Bobby Solo e di Gianni Nazzaro, ingaggiati per la serata con Bibì e Cocò, coppia di improbabili comici d'avanspettacolo. La polizia è arrivata prima, per mandare a monte un banchetto da favola. Padrini, guappi e guaglioni vestiti a festa sono tornati a casa a stomaco pressoché vuoto. Avevano fatto appena in tempo ad assaggiare l'antipasto: tartine con caviale e salmone, ostriche e cozze, prosciutto e mozzarella. Solo uno di loro è finito in carcere. Si chiama Salvatore Lorusso, il vero e unico capo della mala che controlla la periferia orientale della città. Testimone dello sposo, partecipava tranquillamente al banchetto mentre avrebbe dovuto trovarsi in un'altra località, dove i giudici lo hanno inviato in soggiorno obbligato. La «fuga» gli è costata cara, ma lui non se ne è pentito: invece della bomboniera ha ricevuto in dono un collier di diamanti, omaggio «per la gentile consorte». Tutto era pronto nel ristorante «L'Oasi» di Giugliano, un paesone alle porte di Napoli. L'altro ieri sera andava in scena il matrimonio di Francesco Spina, 32 anni, camorrista e pistolero quotato nel suo ambiente, e Amelia di Maio, 17 anni compiuti a gennaio. Nozze riparatrici, a giudicare dal pan- cione della sposina che l'ampio vestito bianco non riusciva a nascondere. Dopo la cerimonia in chiesa, il lungo corteo di Mercedes, Maserati biturbo e Lancia Thema è arrivato nel parcheggio deH'«Oasi», locale alla moda sulle rive del Lago Patria. Amelia e Francesco erano raggianti, seduti al tavolo centrale. Accanto a loro c'erano i fratelli Lorusso, Salvatore e Giuseppe: un'investitura in piena regola, per l'ancor giovane guappo in carriera che mostrava la fede luccicante all'anulare sinistro. Intorno a loro, nella grande sala, trecento invitati facevano la fila per porgere omaggio al padrino e ai suoi protetti. Nel lungo elenco delle persone identificate dalla polizia spiccano i nomi di Salvatore Milano, Nicola Cappiello, Ciro e Salvatore Di Maio: tipi da prendere con le molle, pregiudicati per associazione a delinquere, estorsione, omicidio. Lungo e ricchissimo il menù: tre piatti di antipasto, quattro di prima portata, pesce, frutti di mare e misti di carne per secondo, frutta di stagione e dolci a vagoni. Infine, dopo la torta, la misteriosa «sorpresa dello chef». Ma la vera sorpresa è giunta all'inizio del banchetto, quando gli invitati stavano per addentare la mozzarella. Centocinquanta uomini in divisa sono entrati nel ristorante. Erano poliziotti della squadra mobile napoletana, guidati da un funzionario della prima sezione che ha ordinato ai presenti di tirare fuori i documenti di identità. Nella sala è calato un silenzio gelido, mentre il sorriso moriva sulle labbra degli sposi. Guappi e semplici gregari sono stati costretti a sfilare davanti agli agenti. Per Salvatore Lorusso non c'è stato niente da fare: è uscito dall'«Oasi» con le manette ai polsi, accusato di violazione della legge sul soggiorno obbligato. Anche suo fratello Giuseppe è nei guai: accompagnato in questura, si è visto notificare un provvedimento uguale a quello emesso contro Salvatore. Ogni tentativo degli sposi di far proseguire la festa è stato inutile. Gli invitati hanno preferito togliere il disturbo, allontanandosi alla chetichella dopo qualche mesto brindisi, tra sauté di vongole e orate al forno ormai irrimediabilmente fredde. Fulvio Milone La maxi-festa interrotta da 150 agenti Dovevano cantare Bobby Solo e Gianni Nazzaro

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