Gay pestato dai marines

8 e la maggioranza degli americani boccia il neo Presidente Gay pestato dai marines «Clinton, non li vogliamo tra noi» WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Tre marines sono stati arrestati e incriminati con quattro pesanti capi di imputazione per aver pestato a sangue un gay. L'aggressione è stata apertamente motivata come una risposta all'intenzione, peraltro sempre più pericolante, di Bill Clinton di cancellare tra sei mesi il bando che impedisce agli omosessuali di far parte delle forze armate. Mentre i giornali del fine-settimana sono stati impietosi nel presentare quella che hanno chiamato «la prima lezione» impartita dal Congresso al nuovo presidente, costringendolo a subire un «compromesso» simile a una «mezza ritirata», i sondaggi pubblicati ieri hanno segnalato che gli americani sono profondamente divisi sull'abolizione del bando, anche se prevale una netta maggioranza di contrari. Con una telefonata alla Cnn, Crac Pidgen ha raccontato di aver riportato nel pestaggio una frattura cranica, una gamba rotta e ferite in tutto il corpo. «Loro dicono di essere preoccupati perché a gente come me può venir permesso apertamente di far parte delle forze armate - ha detto Pidgen -. Ma io so-» no preoccupato per il fatto che il compito di difendere me, i diritti civili e il mio Paese spetti a gente così». Secondo le ricostruzioni della polizia, i tre marines, di stanza a Camp Lejeune, North Carolina, hanno trascinato Pidgen fuori dal «Mickey Ratz Bar», dove lo avevano pescato. Il sergente M. J. Woods ha confermato che i tre «erano certamente sotto l'effetto dell'alcol». Il che non costituisce certo un'attenuante. Infatti del caso, data la gravità, è stata chiamata a occuparsi l'Fbi c, se sarà deciso che a pronunciarsi debba essere un tribunale militare, i tre rischiano la corte marziale. Clinton, apparso abbastanza scosso per la precocità e la durezza del suo primo serio scontro con il Congresso, ha convo¬ cato tutti i suoi ministri per una specie di seminario di fine settimana a Camp David. Pochi giorni prima di essere costretto a un compromesso che gli ha appena consentito di salvare la faccia sul problema dei gay nelle forze armate, aveva subito un altro duro colpo con la bocciatura della sua candidata al ruolo di ministro della Giustizia, Zoe Baird. Giornali a parte, i sondaggi di opinione riflettono chiaramente l'impressione diffusa che il debutto del presidente non sia stato felice. Anche chi condivide il punto di vista del presidente sull'abolizione del bando non si nasconde che Clinton non aveva preparato bene il terreno per uno scontro e che, forse, non era quello il tema più felice con cui esordire, dopo avere promesso che si sarebbe concentrato «come un raggio laser» sull'economia. Il suo indice di disapprovazione è, a seconda dei sondaggi, attorno o superiore al 30%, il più alto in assoluto da quando esistono questi rilevamenti. Secondo la «Gallup», il 48% degli americani si oppone all'abolizione del bando, mentre il 44% è a favore. La percentuale degli oppositori è esattamente la stessa secondo un sondaggio «TimeCnn», dove cala di un punto quella dei favorevoli'. Appare sempre più chiaro quanto si era capito già al primo momento. Il rinvio di sei mesi su cui Clinton ha convenuto non significa affatto che, durante questo periodo, le due parti collaboreranno per rendere possibile l'abolizione. Viceversa, gli oppositori si organizzeranno per renderla impossibile, a cominciare dai capi di stato maggiore dell'esercito, che, nel frattempo, possono continuare a esercitare una discriminazione di fatto. I gruppi religiosi più conservatori si stanno mobilitando al massimo e potranno fruire per sei mesi di un'alta esposizione in tv e sui giornali. Paolo Passarmi

Persone citate: Bill Clinton, Clinton, Gallup, M. J. Woods, Zoe Baird

Luoghi citati: Camp Lejeune, North Carolina, Washington