Agroppi-Maifredi: chi perde rischia di tornare a spasso

Mario Cecchi Gori sul suo allenatore: «L'arguzia toscana è un'arma vincente» GENOA-FIORENTINA A Marassi prova d'esame per due tecnici freschi di panchina Agroppi-Marfredi: chi perde rischia di tornare a spasso FIRENZE. Aldo Agroppi e Gigi Maifredi hanno molte cose in comune: amano la vita sapida, musica e buon vino, credono nella comunicazione e fra i muscoli che più spesso esercitano c'è la lingua. Sognano di costruire squadre a loro immagine e somiglianza. Agroppi ora allena una squadra che gioca in punta di tacchetti, con Laudrup che imita il compianto Nureyev e con Orlando e Baiano maestri di solfeggio. Preferirebbe qualche operaio in più. Quegli operai che ha trovato Maifredi a Genova. Il tecnico di Piombino ancora oggi rimpiange l'intelligenza tattica del genoano Onorati: «Con me fece cose straordinarie, debuttò giovanissimo in A. Lavorandoci sarebbe diventato un campione». Maifredi pensa ancora al «fedelissimo» Luppi, ora viola: «Un ragazzo intelligente che volli anche alla Juventus». Uomini e tecnici diversi. Agroppi è stato calciatore valido, fedelissimo del gioco all'italiana, odia gli eccessi, è capace di toglierti la sigaretta di bocca e di schiacciarla sotto i tacchi. Un igienista. Maifredi è uomo da calcio studiato, gode anche dei peccati della vita, e ama il calcio di Sacchi-Orrico-Zeman, fatto di provette e gioco a zona. Eppure i due si stimano. E' un fatto di pelle. «Ci siamo conosciuti durante una puntata dell'Appello racconta Agroppi - un'ora a parlare. Alla fine ci siamo riconosciuti. Gente di calcio. Io apprezzo la sua ricerca di spettacolo. Quel suo Bologna è stato capace di incantare. Lui, Maifredi, capiva il mio desiderio di essenzialità». E Maifredi ha stretto la mano a quel toscanaccio che mastica battute al vetriolo: «E' un allenatore serio, che ama questo lavoro e va rispettato». Oggi si trovano davanti, portando sulle spalle le rispettive contingenze. «Molti ci chiedono prima di una partita - racconta Agroppi -, se siamo impauriti, preoccupati. E' un modo sbagliato di affrontare il calcio. E' la vita, purtroppo, che fa paura. Nel calcio chi entra in campo timoroso ha già perso. E sappiamo anche un'altra cosa. Io, per esempio, vorrei restare allenatore della Fiorentina a vita, eppure fra tre giorni potrei essere cacciato. Contano soltanto i risultati. Ti chiamano quando meno te lo aspetti, e nello stesso modo ti licenziano. Finora ho fatto poco in questo mio ritorno al calcio. Devo far meglio, e devo farlo subito. Ed ho bisogno dei giocatori. Sto passando giorni chiedendo che emergano i leader, per stimolare la loro reazione. A Geno- va sarò io il primo sotto esame». Da Roma, il presidente viola Mario Cecchi Gori afferma: «Agroppi ha tutta la mia fiducia. Gli ho detto di stare vicino alla squadra perché questa capisca che l'arguzia dei toscani può servire a tornare a vincere». E ha aggiunto: «Chiedo il riscatto ai miei giocatori per la classifica e l'immagine. Ho parlato con tutti, anche con Laudrup: giocherà col Genoa dimostrando così l'attaccamento alla maglia viola». Alessandro Rialti Mario Cecchi Gori sul suo allenatore: «L'arguzia toscana è un'arma vincente» Aldo Agroppi, 49 anni, di Piombino, viaggia a una media punti molto inferiore a quella di Radice Gigi Maifredi, 46 anni, di Lograto; ha sostituito Giorgi, ma il Genoa per adesso va un po' più piano di prima

Luoghi citati: Bologna, Firenze, Genova, Lograto, Piombino, Roma