In rossonero e in rosso

Campionato: comincia il ritorno con molti interrogativi Campionato: comincia il ritorno con molti interrogativi In rossonero e in rosso Milan in alto, molti club in crisi Nei guai non c'è soltanto il Torino Ciak, si gira. Va in scena la seconda metà del campionato. Con le sfide del girone di ritorno siamo davanti a un film già visto. Ai verdetti espressi finora manca una Juve più vicina al Milan, mancano clamorosamente Roma e Napoli in zona Uefa, mentre marciano spedite Atalanta e Cagliari. La fase discendente confermerà l'andata o imporrà la restaurazione? Condannerà alla B le quattro neopromosse o coinvolgerà nomi illustri? Diciassette partite per rispondere. Questo è il calcio giocato. Ma il girone di ritorno si porta appresso preoccupazioni di ben altra natura. Un'anticipazione del settimanale «Il Mondo» in edicola domani annuncia che «un intervento della magistratura minaccia di influire sulle sorti della Roma calcio». Il sostituto procuratore Vinci, in sintesi, avrebbe sequestrato azioni di Ciarrapico per un valore di 6,6 miliardi nel corso di un'indagine sugli scandali Safim e Italsanità. Ciarrapico smentisce, pària di «notizia falsa e diffamatoria», ma che la situazione economica della sua Roma sia pesante è notorio. Parallelamente prosegue la corsa del Torino alla ricerca di un nuovo proprietario, mentre Cellino giorni fa ha dichiarato che se tornasse indietro non acquisterebbe più il Cagliari, mentre l'Ancona non sa a che santo votarsi, mentre il Bologna è alle corde, eccetera eccetera. Arriveremo al fallimento di qualche club glorioso? Ecco il quesito al quale vorremmo risposta. Con il Milan stellare è un campionato in rossonero, ma è sempre più drammaticamente in rosso. Prendiamo l'esempio del Torino. Sul fronte della cessione una giornata di stallo, pare che il notaio Goveani abbia preso tempo per esaminare bene i bilanci prima di formalizzare un'offerta. Perché una società dal nome illustre, con seguito di tifosi decisamente robusto, fatica a trovare nuovi e importanti padroni? Perché l'azienda calcio non è più appetibile, evidentemente. I nodi stanno venendo al pettine. Il calcio comincia a pagare salato il conto dei suoi errori. Dove ha portato la politica dissennata delle società, di fronte alla quale gli organi competenti hanno sempre chiuso colpevolmente gli occhi? Ai costi elevatissimi che sappiamo, ai fiumi di denaro in nero che hanno propiziato i conti in rosso, ai quali la Covisoc, l'organo di controllo della federazione, si è sempre opposta troppo debolmente. Non si è fatto nulla per estirpare la giungla di mediatori che sanno abilmente triplicare i prezzi. Le società cercano di non affogare nella marea dei debiti da esse stesse propiziati alzando il costo dèi biglietti, con il risultato di ridurre l'affluenza negli stadi e allontanare i giovani che sono il pubblico del domani. Si aggrappano alle mammelle del Totocalcio e dei diritti televisivi succhiando voracemente con l'unico risultato di spendere sempre più di quanto ricevono. Ora spingono l'idea della partita anticipata al sabato per avere ancor più denaro dalla tivù. Ma se pure ci arriveranno, nel disprezzo totale di tutto lo sport minore praticato al sabato e penalizzato da una vera e propria concorrenza televisiva sleale, che cosa credete che cambierà? Quel denaro in più aumenterà la voracità, servirà per strappare con un contratto principesco un giocatore alla società concorrente, o per ingrassare altri mediatori, nell'impotenza dei procuratori seri che pure esistono. Ieri, a Firenze, Matarrese ha annunciato un'austerità da perseguire fissando un tetto dei costi, la regolamentazione delle spese, l'eliminazione della concorrenza sleale. Speriamo che i buoi non siano già scappati dalla stalla... Il calcio ha deteriorato in modo drammatico i suoi connotati. Qualcuno sa indicarci una buona ragione perché imprenditori seri siano stimolati a investire in un'azienda senza immagine? Godiamoci ora il girone di ritorno sperando di non cadere in un girone dell'Inferno. Gianni Romeo Voci di sequestri d'azioni alla Roma ma Ciarrapico le definisce false LA SITUAZIONE SE IL CAMPIONATO FOSSE FINITO CON IL GIRO DI BOA MILAN 31 INTER 23 ATALANTA 20 UDINESE 14 BRESCIA 14 ANCONA 10 (Tré Lazio, Juventus e Sampdoria una sarebbe esclusa in base alla classifica avulsa] Ancora da definire la squadra vincitrice della Coppa Italia. Se si affermasse una di quelle della Coppa Uefa, libererebbe un posto nel torneo. Un altro posto potrebbe rendersi disponibile nel caso di successo del Parma in Coppa Coppe. PESCARA RETROCESSE IN SERIE "B" Le trattative fra il presidente Borsano (foto) e il notaio Goveani per cedere il Toro hanno avuto ieri una fase di rallentamento

Persone citate: Borsano, Cellino, Ciarrapico, Gianni Romeo, Goveani, Matarrese