Milano correrà per i cinque cerchi di Valeria Sacchi
La proposta passa di misura (42 voti contro 33). Moratti abbandona il comitato promotore La proposta passa di misura (42 voti contro 33). Moratti abbandona il comitato promotore Milano correrà per i cinque cerchi Ma il Comune si spacca sulla candidatura olimpica MILANO. «11 consiglio approva. Viva Milano!» dice il sindaco Borghini. E scoppia l'applauso. Dopo una giornata di discussioni e incertezze, con 42 voti contro 33, Milano ha detto sì alle Olimpiadi del 2000. Un sì preceduto da mille contestazioni, al punto che Massimo Moratti, il presidente del Comitato promotore che ieri mattina ha illustrato nell'aula di Palazzo Marino i dettagli del progetto, ha terminato il discorso preannunciando le sue dimissioni dall'incarico. Una decisione, secondo le priI me ipotesi, ispirata dal malconi tento cittadino, dalla delusione ; per la mancanza dell'atteso plebiscito popolare. Una mossa, tesi ; opposte, che mirava solo ad un imprimatur a restare, da parte del sindaco. Sia come sia, mentre in piazza Scala manifestavano gli ambientalisti, in Comune si fronteggiavano gli schieramenti. All'opposizione Lega, Rete e Verdi, pds e Rifondazione. Motivi per il no: ci sono priorità più importanti, le Olimpiadi finiranno per drenare anche danari pubblici, questa giunta è politicamente delegittimata, ci vuole un referendum. Per i fautori del sì hanno parlato cifre e sentimenti. Moratti ha spiegato che i giochi si ripagheranno da soli, ha messo sul tappeto 1461 miliardi di entrate (tv, sponsor, biglietti, Ciò) contro 1385 miliardi di spese, un utile finale di 76 miliardi (Tiziana Maiolo ha fiutato, in questo risicato utile, una trappola). L'assessore allo sport, Massimo Moretti, ha illustrato lo schema fisico del progetto, che coinvolge molti Comuni: stadio olimpico, secondo «forum», l'equitazione a Monza, la ginnastica a Varese. I sentimenti hanno prevalso nell'appello del sindaco: Milano deve riscoprire il piacere dell'onestà, deve decidere se vuole rialzare la testa. Altri hanno parlato di «innescare la speranza». Per il sì erano democristiani e socialisti, liberali e socialdemocratici, Prosperini e Pensionato. Anche il pri ha votato a favore (fatta eccezione per Maria Bonatti), pur ponendo come condizioni che il villaggio olimpico sia poi tramutato in «case popolari». Dietro le transenne del pubblico, un sostegno al sì è venuto dalla presenza del mitico Giacinto Facchetti, mentre il direttore della Gazzetta dello Sport, Candido Cannavo, nell'udire gli interventi mormorava, sconsolato, «Questi consiglieri non mi sembra che sappiano di cosa stanno parlando». Alla fine il voto, con cinque consiglieri che hanno lasciato prima l'aula, e tra loro Marco Parini, assessore verde alla Cul¬ tura. Palazzo Marino ha detto sì, ma ora comincia il difficile. La richiesta verrà vagliata dal Ciò, e dovrà gareggiare con città come Berlino, Sidney e Pechino. Sulla Milano olimpica, si discute da settimane. «Io sono decisamente contrario a queste Olimpiadi - spiega l'architetto Jacopo Gardella -. Comportano spese grossissime che si riflettono solo in piccola parte in vantaggi per la città. Le attrezzature sportive che mancano a Milano sono impianti piccoli e capillarmente sparsi nel territorio. Chi mai sente la mancanza di uno stadio olimpico? Sono opere che urbanisticamente non servono a niente, e sottraggono energie» Gardella pensa ai ragazzi che non sanno dove giocare a pallone, alle biblioteche. Ma nella Milano delle tangenti, timorosa di sé e ansiosa di uscire dal vicolo cieco, le Olimpiadi si sono trasformate nella solita arma, che serve per misurarsi sul piano politico. Le opposizioni in Comune attaccano, la giunta le difende per convincersi di essere sempre viva. Anche se Borghini, ieri, ha tenuto a sottolineare «Le Olimpiadi non sono un'idea mia. Le ho ereditate dalla giunta Pillitteri» E i cittadini? Non sembrano entusiasti. Dai numerosi test è uscita una propensione al «no». Hanno votato contro le Olimpiadi i lettori di Repubblica e gli ascoltatori di Radio Popolare, con una maggioranza del 55,8%. E anche i lettori del Giornale di Montanelli, che hanno risposto «sì» di strettissima misura (51,7%) si sono detti al 57% convinti che il Comitato promotore mente, quando dice che i giochi non costeranno nulla alle casse di Stato e comune. Scottata da Manipulite, la gente non si fida di chi amministra la città. Parola di sondaggio. Valeria Sacchi I Verdi hanno protestato davanti a Palazzo Marino durante il Consiglio comunale che ha detto sì alla candidatura olimpica
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