Una questione di pelle di Emanuela Minucci

La moda tende a vestire la donna da «teddy-girl» La moda tende a vestire la donna da «teddy-girl» Una questione di pelle /ii t li bbili l /giovani tra gli abbigliamenti unisex e le vertiginose minigonne Il nuovo look coinvolge nomi di grandi sarti: da Versace a Chanci Vorrei la pelle nera. Ma anche a tinte choc, fitta di borchie e zip. Il successo di nappa, nabuk e skai (ma i più raffinati lo chiamano eco-pelle) ormai non si discute. Non c'è stilista, infatti, che quest'anno abbia snobbato gli abiti da new «teddy-girl». Versace, per esempio, ha mandato in passerella sexy boleri da schiava del Duemila zeppi di cinturini, fibbie e medaglioni. Dolce & Gabbana ha puntato sulla pelle ecologica realizzando blouson sagomati dai maxi revers di grande effetto. Chanel ha preferito il total-look: giacca monopetto in nappa con bottoni dorati (siglati con la doppia C) abbinata a pantaloni dello stesso materiale. La pelle, poi, fa Anni Settanta. Ecco perché torna d'attualità e conquista i giovanissimi. Loro amano in particolare le giacche scamosciate da «urban cow-boy» costellate di frange (e le alternano all'ormai classico chiodo) oppure il mini-trench da marinaio norvegese, meglio se acquistato sulle bancarelle dell'usato. Abbigliamento unisex a cui le ragazze però preferiscono vertiginose minigonne (sul cui orlo s'innestano fluttuanti frange che sfiorano la caviglia) come quelli creati da Montana o gli aderentissimi jeans bicolori di Moschino. «Mai come quest'anno è andata bene la vendita di capi in pelle - dicono da Versace in Galleria San Federico 60 -, an- che se Torino è una città poco trasgressiva c'è stata una grande richiesta di pantaloni, gilet e blouson di questo materiale: forse perché sono comodi oltre che di grande effetto». Nonostante Versace non sia proprio alla portata di tutti (i capi in pelle costano minimo un milione) piacciono tantissimo sia i suoi montgomery a tinte squillanti in morbido nabuk sia le ampie gonne da nuova squaw. E i teen-agers? Loro si rivolgono ai templi della trasgressione. Negozi come Suicidio (via Po 14) o Inferno (via Carlo Alberto 55) dove possono trovare un intero armadio di indumenti in pelle: vera, usata o in versione ecologica. I pezzi più richiesti? Jeans vagamente sadomaso con lacci laterali (250 mila lire), gilet simil-Chiodo (150 mila), spolverini Anni Sessanta (dalle 50 mila in su). Anche da Teen-Age (via Lagrange 21/a) spopola l'abbigliamento in «black skin». La sua vetrina, infatti, è interamente dedicata ad eccentrici e nerissimi indumenti in nappa, vitello o nabuk. Fra i modelli più arditi e ambiti spiccano la microgiacca con scollatura esagonale sulla schiena (269 mila lire), gli hot-pants color liquirizia da esibire sulla calza coprente in tinta e i pantaloni-guaina tutti borchie, buchi e cerniere. E per la sera? C'è la maxigiacca arricchita dai ricami oro (750 mila) ideale se abbinata a minigonne mozzafiato con tanto di spacchi laterali. E' l'ora della rockettara-chic. Emanuela Minucci

Persone citate: Dolce & Gabbana, Moschino, Versace

Luoghi citati: Montana, Torino