Amministratori Sagat cade il falso

Amministratori Sagqt# cade il falso Il giudice ha prosciolto Bordon e Parenti dall'accusa principale i d il fl Amministratori Sagqt# cade il falso Atti alla pretura per appropriazione indebita Finirà in pretura l'inchiesta che ha portato sul banco degli imputati Maurizio Bordon, psi, presidente della Sagat, la società che gestisce l'aeroporto di Caselle, l'amministratore delegato Mario Parenti, pri, e l'ex direttore Maurizio Crespigni. Il giudice delle indagini preliminari Sebastiano Sorbello ha prosciolto i tre amministratori dall'accusa di falso in bilancio e ha trasmesso gli atti al pm Vittorio Corsi. A sua volta il pm passerà per competenza al pretore il fascicolo con l'altra imputazione di appropriazione indebita. I tre amministratori non si sono presentati in aula ieri mattina. Al termine dell'udienza preliminare, i difensori, Zancan per il presidente Bordon, Giordanengo per Parenti e Grosso per Crespigni, si sono dichiarati soddisfatti: «Per ora è caduto il reato principale, per il resto si vedrà in pretura. Oggetto dell'inchiesta erano due episodi: la liquidazione di 450 milioni pagata dalla Sagat all'ex direttore Maurizio Crespigni. Secondo il perito del pm, sarebbe stata gonfiata di almeno cento milioni. L'altro episodio nasceva da un esposto di un ex dipendente della Sagat, Felice Filippis (assistito dall'avvocato Forchino), che aveva raccontato al pm: «Nel febbraio del '90, su ordine del presidente Bordon, il direttore Crespigni mi diede un assegno di 40 milioni per finanziare l'imminente campagna elettorale, dove io mi sarei presentato come candidato per il partito socialista, e per fare da galoppino elettorale ai candidati scelti da Bordon: Siracusa per il Comune, e Mollo per la Regione». Dopo qualche giorno, sempre stando alla versione di Filippis, Crespigni gli avrebbe fatto firmare cambiali per giustificare contabilmente l'assegno e gli avrebbe detto: «Se dovesse succedere qualcosa a te o a me, fai finta che queste cambiali non siano mai esistite». I rapporti tra Filippis e gli amministratori si sarebbero guastati, perché Siracusa, pur eletto alle comunali di Caselle nel gennaio '91, si era lamentato con il presidente Bordon per il mancato appoggio di Filippis. Bordon avrebbe cambiato atteggiamento e preteso il pagamento delle cambiali. Di tutt'altro tenore la versione degli amministratori: «Quei 40 milioni erano un normale prestito che la Sagat aveva fatto ad un suo dipendente». Il pm aveva contestato anche il falso in bilancio: «Accuse infondate hanno commentato i legali perché le due cifre, sia i 40 milioni di Filippis, sia i 450 di Crespigni, erano inserite nei bilanci seppure genericamente sotto la voce "crediti diversi"».

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