Gardini: racconto in diretta l'ingiustizia patita di Stefania Miretti
Cardini: racconto in diretta l'ingiustizia patita Lo sfogo della conduttrice per la chiusura di «Caffè Italiano» in onda su Raiuno in seconda serata Cardini: racconto in diretta l'ingiustizia patita Sforamenti subiti, dati truccati: questo spazio fa gola ad altri ROMA. Non occuperà gli studi Rai dai quali sta per essere prematuramente allontanata, come fa la sua sosia ad ((Avanzi». Ma se c'è da far polemica, non si tira indietro Elisabetta Gardini, e nelle poche puntate di «Caffè Italiano» che le restano a disposizione si comporterà, dice, come i suoi ospiti: «Denuncerò un'ingiustizia. Spiegando al mio pubblico cosa sta succedendo». Quando ha saputo che la sua trasmissione sarebbe stata soppressa? «Una settimana fa. Fino al giorno prima, avevo avuto solo smentite». E' proprio arrabbiata, signora Gardini? «No, sono allibita. Quando cominciai questa trasmissione Fuscagni mi disse che avrebbe considerato un successo un'audience di un milione e centomila spettatori. Ne abbiamo fatti quasi quattro milioni, e ci chiudono. Abbiamo gli sponsor prenotati per aprile, costiamo solo 39 milioni a puntata, riducibili, e ci chiudono. Per questioni economiche. A questo punto mi domando se non ci sia un fatto personale. Oppure, la verità è che io ho dimostrato che nella seconda serata, pure in concorrenza con tanti mostri sacri, c'è ancora dello spazio. E quello spazio ora fa gola ad altri». Lei cosa sa? «Io ho capito che in Rai ci sono figli e figliastri. Ho subito gli sforamenti altrui: su 25 minuti di trasmissione, è capitato più volte che me ne restassero due, perchè chi andava in onda prima di me aveva 23 minuti di ritardo. Poi, c'è stato il fatto dell'Auditel: è capitato che mi si attribuisse un'audience di 600 mila persone, quando in realtà erano 3 milioni e 800 mila». Come mai c'è stato tanto accanimento, anche da parte della critica, su di lei? «Non so spiegarmelo, ho cercato i critici per discutere con loro e nessuno mi ha risposto. Aldo Grasso per esempio mi ha criti¬ cata perché uso l'aggettivo "emblematico". Vorrei dire a questo signore che se dico em blematico è perché voglio dire proprio emblematico». Non pensa che la tv del do lore e dei casi umani abbia passato il segno, e che lei abbia pagato un'insofferenza sempre più diffusa? «Noi raccontiamo storie, non dolore. Oltretutto, sono stata la prima a guardare al mondo cat tolico come a un punto di riferimento fondamentale e necessa rio. Un'idea che, mi pare, sta prendendo piede in televisio ne». Stefania Miretti
Persone citate: Aldo Grasso, Elisabetta Gardini, Fuscagni, Gardini
Luoghi citati: Roma
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