De Klerk: a giugno anche i neri nel governo

De Klerk; a giugno anche i neri nel governo SUD AFRICA «Il '93 è l'anno della svolta: chi continua a opporsi alle riforme aprirà la strada alla guerra civile» De Klerk; a giugno anche i neri nel governo Annuncio-choc a Pretoria, finiti300 anni di egemonia bianca CAPETOWN. Il presidente F. W. De Klerk ha annunciato ieri la fine di 300 anni di egemonia bianca in Sud Africa, affermando che rappresentanti della maggioranza nera entreranno nel governo a giugno. Inaugurando la nuova sessione del Parlamento tricamerale probabilmente l'ultima prima del nuovo assetto costituzionale - De Klerk ha pronunciato un discorso ispirato all'ottimismo, pur avvertendo i pericoli^ insiti nei nuovi ritardi nel processo democratico. «Tutti i sudafricani - ha detto - sono davanti a due scelte: appoggiare il processo riformistico, o respingerlo. In quest'ultimo caso sappiano però che la conseguenza sarà la guerra civile». Ma De Klerk si è detto fiducioso che il 1993 sarà l'anno della svolta: il negoziato costituzionale, interrotto da otto mesi, do¬ vrebbe riprendere a marzo, e a giugno è prevista la formazione del Consiglio esecutivo transitorio, una sorta di estensione del gabinetto governativo con la partecipazione dei neri. Entro la fine dell'anno, o al più tardi all'inizio del 1994, si svolgeranno le elezioni a suffragio universale per l'Assemblea costituente, che fungerà anche da Parlamento, sostituendo quello attuale da cui i neri sono esclusi. L'ottimismo del presidente è stato però temperato dai suoi collaboratori. I ministri degli Esteri Pik Botha, della Giustizia Kobie Coetsee e della Legge e l'Ordine Henrus Kriel hanno sottolineato che la tabella di marcia che De Klerk si è prefisso potrebbe saltare se alla ripresa del negoziato costituzionale le forze politiche non riuscissero ad avvicinare le loro posizioni sulle questioni che restano irrisolte. Uno dei nodi centrali è quello della cogestione del potere tra bianchi e neri. «Nella composita realtà sudafricana - ha detto Botha - il partito che ottiene il 51% dei voti non può attendersi di gestire il 100% del potere». Anche i principi costituzionali devono ancora essere negoziati: in particolare, ha ribadito il ministro Kriel, la nuova carta dovrà sancire il principio di governi di coalizione, un punto su cui l'African National Congress di Nelson Mandela è in forte disaccordo. E anche i poteri e le funzioni del Consiglio esecutivo provvisorio sono tutti da negoziare. Per cercare di arginare la violenza politica e assicurare il successo del negoziato, De Klerk ha annunciato l'introduzione di severe misure di ordine pubblico e il quasi certo ripristino della pe¬ na di morte, sospesa nel 1989. Il presidente ha anche avvertito che il governo da solo non può porre fine agli eccidi, e che i leader delle fazioni in lotta devono anch'essi assumersi le loro responsabilità: la guerra non dichiarata in corso tra l'Anc e il partito zulù Inkhata ha causato la morte di settemila persone in tre anni. De Klerk ha delineato il progetto di un «Rechtstaat», uno Stato costituzionale in cui sarà la carta nazionale a essere la suprema istanza del Paese. In essa sarà incorporata una carta dei diritti fondamentali a tutela dei cittadini: la bozza governativa del documento sarà pubblicata la settimana prossima. Il presidente ha poi annunciato leggi contro la discriminazione sessuale, l'abolizione del consiglio del presidente e la desegregazione delle scuole. [Ansa]

Luoghi citati: Pretoria, Sud Africa