LA LEZIONE SBAGLIATA DI WEIMAR di Gian Enrico Rusconi

LA LEZIONE SBAGLIATA DI WEIMAR HITLER, 60 ANNI DOPO LA LEZIONE SBAGLIATA DI WEIMAR IL30gennaio 1933: «ascesa al potere di Hitler» - leggiamo nei manuali di storia. E' una formula diventata consueta con quella «ascesa», che dissimula l'imbarazzo per un evento di apparente ordinaria legalità: la nomina di Hitler a cancelliere da parte del Presidente della Repubblica. Più imbarazzante nella memoria storica è l'esplosione festosa tra il popolare e il militaresco. «A Berlino questa notte c'è un clima carnevalesco. SA e SS percorrono le strade, sui marciapiedi si accalcano gli spettatori. Un corteo senza fine di SA marcia a passo d'oca davanti a qualche gerarca (di seconda categoria, perché Hitler è alla cancelleria). Ma il punto culminante della carnevalata è in birreria». Così annota nel suo diario Harry Kessler, uomo di lettere e di diplomazia, amico e biografo di Walter Rathenau. La sua è una testimonianza tra cento altre: tutte simili nello stupore un po' divertito, un po' disgustato di quella notte. Pochissimi sospettano che sia l'annuncio della fine di una società, di una cultura, con l'annientamento fisico di milioni di vite umane. E' la fine, certo, del «sistema dei partiti» di Weimar, che ha dato pessima prova di sé. Ma in quella notte i partiti weimariani ci so no ancora tutti. Semplicemente sono emarginati e mortificati da un nuovo movimento anti-siste ma, che si dichiara «nazionale» e «socialista» (in breve «nazista»). Si è imposto secondo regole elettora li legali o quasi - infatti la lotta politica conta ogni giorno morti ammazzati dagli «opposti estremismi». La vittoria nazista, per altro, non è per nulla travolgente: un paio di mesi prima ha toccato appena il 33,1%. Ma il partito hitleriano è riuscito a far saltare il centro dello schieramento partitico, assorbendolo. Ha drasticamente ridotto i liberali, ha isolato e separato cattolici e socialdemocratici. E' quanto basta per paralizzare il Parlamento con la convergenza, se non con la complicità dei comunisti ( 16,9%) che non hanno alcuna intenzione di salvare l'odiata democrazia borghese. Ma Hitler può andare al governo solo con l'aiuto determinante dei residui della destra tradizionale. Tutto dipende dal Presidente della Repubblica, che è rimasto l'unica autorità in grado di decide- Gian Enrico Rusconi CONTINUA A PAG. 2 SETTIMA COLONNA

Persone citate: Harry Kessler, Hitler, Walter Rathenau

Luoghi citati: Berlino, Weimar