Là dove Primo levi studiò la chimica di Primo Levi
Là dove Primo levi studiò la chimica Ricordato l'autore di «Se questo è un uomo» nella biblioteca della facoltà di via Pietro Giuria Là dove Primo levi studiò la chimica Scoperta una targa dedicata allo scrittore, presenti i due figli «Nelle sue opere Levi cita la parola ''chimica" ben 298 volte. E cita 58 diversi elementi chimici, più della metà. Li ho contati». Gianlorenzo Marino, dell'Università di Perugia, sorride. Nell'Aula Magna di Chimica, ieri pomeriggio ha tenuto una conferenza intitolata «Primo Levi, chimico e scrittore» a ricordo dell'autore di «Se questo è un uomo» che fu studente e poi assiduo frequentatore della facoltà di via Pietro Giuria 7. Quando si pensa a Levi si pensa ai suoi libri. «Invece - dice Marino, convinto - rimane per prima cosa un chimico. Non bisogna dimenticare che lavorò in questo campo tutta la vita, fino alla pensione. Nei suoi scritti si vede bene che è così: dalle parole che usa, un vocabolario zeppo di termini specialistici, e dallo stile che è essenziale, il risultato di una mentalità scientifica». Insieme con la conferenza, la facoltà ha voluto ricordare Levi con una targa che è stata posta davanti alla biblioteca. Qui lo scrittore ha studiato, e ha citato i locali molte volte nei libri. La dedica alla scultura, di Enzo Sciavolino, dice: «A Primo Levi, chimico e scrittore, paziente testimone a favore della ragione e della dignità umana». «Era ora che i chimici italiani si ricordassero di lui - continua Marino -. Nelle riviste chimiche americane è pieno di recensioni ai suoi libri: solo da noi questo suo aspetto passa in secondo piano». Un errore, insiste il professore, da non fare. «Levi ha definito la chimica come "l'arte del separare e del riunire, del pensare, del distinguere, una serie di operazioni utili anche in molte altre attività umane". Lui si sentiva un chimico. E ha sempre ricordato che si salvò da Auschwitz per questo, lavorando nel laboratorio riscaldato del campo di sterminio. Diceva: "Io sono fra i salvati e non fra i sommersi grazie alla chimica"». Alla conferenza erano presenti il rettore Mario Umberto Dianzani, il preside della facoltà Enzo Borello, e Claudio Morterra, direttore della biblioteca. Nell'Aula Magna, gremita, in prima fila tra il pubblico i figli di Levi, Renzo e Lisetta, e Norberto Bobbio. Sui gradoni di legno, tantissimi studenti. «Se ho letto i libri di Levi? - dice Irma, 4° anno di Chimica -. Certo. "Il sistema periodico" quando mi sono iscritta. Nei primi capitoli sono descritti i laboratori, la biblioteca. Si ritrova tutto l'ambiente di questa università. Sì che li ho letti». Cristina Caccia Nell'aula magna gremita in prima fila tra il pubblico hanno preso parte alla cerimonia anche i due figli di Primo Levi
Persone citate: Claudio Morterra, Cristina Caccia, Enzo Borello, Enzo Sciavolino, Mario Umberto Dianzani, Norberto Bobbio, Primo Levi
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