Ha venduto plutonio per una bomba atomica di Angelo Conti

Dopo l'interrogatorio di Fimiani improvvisa decisione della procura L'ex maestro di scherma trattò con un Paese straniero 62 chili di combustibile nucleare per 15 miliardi? Ha venduto plutonio per una bomba atomica Gravi accuse allo sciabolatore bulgaro Sessantadue chilogrammi di plutonio 239, in vendita per 10 milioni di dollari, 15 miliardi di lire. Quanto basta per confezionare una bomba atomica, di potenza pari a quella che esplose ad Hiroshima. Li avrebbe piaz| zati sul mercato internazionale l'insospettabile ex maestro di sciabola bulgaro arrestato l'altro ieri a Torino. Con lui «operavano» quattro bresciani, due imprenditori, un funzionario di banca, un impiegato dell'ufficio distrettuale imposte dirette. Una curiosa Armata Brancaleone, che risulta attiva da qualche anno nei traffici (leciti e non) con la Bulgaria. . La vicenda ha tre protagonisti di cui sono state rese note le generalità (che si trovano in carcere), e due ancora ignoti (indagati a piede libero). Assen Djakovski, nato a Sofia 59 anni fa, risiede a Torino da 15 anni, al quinto piano di via Camogli 10. Ex olimpionico di sciabola (nel 1960 a Roma), dieci anni fa ò stato assunto come istruttore dal Club di Scherma di Torino, con l'avallo del Coni bulgaro. Quattro anni fa, sofferente per due ernie inguinali, si è licenziato. Ha aperto due società di intermediazione (una intestata alla moglie) ed. ha iniziato a commerciare con la Bulgaria. Nella sua casa i carabinieri hanno sequestrato una valigia di documenti comprovanti centinaia di transazioni commerciali fra Italia ed i Paesi dell'Est: i testi sono in fase di traduzione. Luigi Minelli, 39 anni, nato in provincia di Brescia e residente a Coccaglio, è un ex bancario, ora attivo nel campo della finanza di paese. Aldo Nicoletta, 40 anni, originario del Salernitano, è impiegato dell'Ufficio Distrettuale delle Imposte Dirette. I due indagati a piede libero sono invece titolari di aziende import-export di buon livello. Il loro ruolo, al momento, è più sfumato. Di plutonio i carabinieri del Nucleo operativo di Brescia sentono parlare all'improvviso. «Lo scorso agosto stavamo indagando su una banale rapina ha spiagato ieri il capitano Bergamini - e ci siamo trovati in mano un documento scottan te». Si tratta di una lettera in j partenza da una ditta russa e diretta ad un'altra bulgara, in cui sono indicate le specifiche di un campione di plutonio 239, del peso di 3,2 grammi. Il campione, che è descritto come contenuto in un disco di piombo sormontato da un cilindretto, appare soltanto il «saggio» per una fornitura, immediatamente disponibile, di ben 62 chilogrammi della stessa sostanza. La somma richiesta dalla ditta bulgara è di dieci milioni di dollari, quindici miliardi di lire. La fornitura appare interessantissima, sia per la quantità e qualità della merce offerta, sia per il prezzo considerato concorrenziale. Quel campione di plutonio, quando i carabinieri scoprono il documento, non è più in Italia. «Crediamo che ci sia stato qualche settimana - spiegano i carabinieri - fra maggio e giugno». Ed è in questo periodo che i cinque inquisiti avrebbero cercato (e trovato) un potenziale acquirente, al punto da inviare quei 3 grammi in un Paese europeo (Svizzera o Francia) per un esame definitivo prima di concludere il contratto per la fornitura totale. Contratto che potrebbe essere stato perfezionato nei mesi successivi. Sugli acquirenti gli investigatori non parlano: «Non sappiamo nulla». In realtà sembrano solo due le ipotesi plausibili: Iraq e Libia. Più la prima che la seconda. Le indagini però, stranamente, rallentano. Dopo la scoperta del documento si cercano altri riscontri, forse si attende (inutilmente) il passaggio in Italia dei 62 chilogrammi di plutonio, che invece sarebbero stati consegnati per un'altra strada. Poi, improvvisamente, martedì sera qualcosa si rompe ed i carabinieri decidono di intervenire. Mercoledì all'alba bussano a tre porte, una a Torino e due a Brescia e leggono un lungo capo di imputazione che parla di «concorso in importazione di materiali per armamenti». Angelo Conti Da sinistra, Assen Djakovski, Luigi Minelli e Aldo Nicoletta Il plutonio bastava a costruire una bomba come quella di Hiroshima

Persone citate: Aldo Nicoletta, Bergamini, Luigi Minelli