Quasi certo il voto slitta di Giampiero Paviolo

mmmm Quasi certo, il voto slitta 7/ sindaco si farà con le nuove regole «A questo punto è probabile che le elezioni si svolgano nella tarda primavera». E' il primo commento dei deputati piemontesi dopo l'approvazione del disegno di legge sull'elezione diretta del sindaco. Il ministro dell'Interno Mancino ha già fissato il voto per il 28 marzo. Ora la Camera ha emesso quel «segnale politico» che il Viminale attendeva prima di predisporre un controdecreto, ossìa prima di rinviare la prossima scadenza elettorale a quando il testo della legge sarà già comparso sulla Gazzetta ufficiale. Il testo non è ancora definitivo: manca il «sì» del Senato, che potrebbe emendare alcuni articoli e costringere la Camera ad esprimersi una seconda volta; non è ancora certo che gli articoli approvati siano sufficienti ad evitare il referendum-Segni. Ma un passo avanti, forse il più difficile, è stato fatto. Tramonta un'era, quella del muro contro muro tra i partiti. Le liste saranno costrette a coalizzarsi per sostenere questo o quel candidato, tentando di fargli ottenere il 50 per cento (più uno) dei suffragi al primo turno, o comunque di condurlo alla vittoria nel successivo spareggio con l'avversario (ma il ballottaggio potrebbe anche vedere in lizza 3 candidati). Le novità sono molte e ci sarà tempo per spiegarle. Per ora limitiamoci ai risultati certi: il nuovo sindaco verrà eletto direttamente dai cittadini, gli assessori saranno 8 e 50 i consiglieri. Il mandato durerà 4 anni. Nella cabina elettorale avremo in mano una sola scheda, e due voti a disposizione: in alto troveremo la rosa degli aspiranti sindaci, in basso le liste dei partiti. Potremo appoggiare il candidato espresso da una coalizione, ma concedere la preferenza a una lista della parte avversa: «Ed è un pericolo - sostiene Diego Novelli -, perché il risultato finale potrebbe anche essere un sindaco senza maggioranza, costretto a trovare il consenso in aula. E quindi a scendere a continui compromessi». In aula Novelli è stato molto critico nei confronti del disegno di legge: «Comunque è meglio di niente. E Torino deve votare con le nuove regole, restare al vecchio sistema non avrebbe senso». Non sono della stessa idea rifondazione comunista e movimento sociale, che annunciano battaglia per le prossime settimane. «Noi invece siamo per il rinvìo delle elezioni» precisa il verde Vernetti. Che annuncia i risultati di un sondaggio ufficio¬ so tra le forze ambientaliste: «A 250 amici abbiamo chiesto chi sarebbe il loro sindaco ideale. I preferiti: Regge, Vattimo, don Ciotti, Novelli». Soddisfazione in casa de e pds, mentre il segretario socialista Franco Amato parla di un «cambiamento epocale» e chiama a raccolta la società civile «per trovare idee, programmi e infine un candidato che possa realizzarli». La battaglia è aperta. Cambia¬ no anche le regole: la preferenza sarà unica, ogni lista dovrà essere presentata da almeno 4000 elettori e i candidati non potranno ricorrere a spot televisivi o inserzioni sui giornali. Ma s'è già trovato l'inganno: invece di dire «vota me», gli aspiranti sindaci potranno partecipare a dibattiti, concedere interviste, e annunciare che sulla tv tal dei tali concederanno un'intervista. Giampiero Paviolo Dopo il primo sì alla Camera i partiti fanno i conti con la riforma elettorale Franco Amato, segretario psi: «Un cambiamento epocale»

Persone citate: Diego Novelli, Franco Amato, Mancino, Novelli, Vattimo, Vernetti

Luoghi citati: Torino