Pattinatori cancellati dal codice di R. S.
Norme stradali Norme stradali Pattinatori cancellati dal eoe i a e a o e . n e o , a Il nuovo codice della strada, entrato in vigore dal primo gennaio di quest'anno, s'è dimenticato delle esigenze dell'hockey e del pattinaggio. E il neopresidente federale Sabatino Aracu è entrato in crisi, se l'è presa moltissimo. Che cosa dice il codice? Dice, ai commi 8 e 9 dell'articolo 190, che è vietata «la circolazione mediante tavole, pattini o altri acceleratori di andatura sulla carreggiata stradale e sugli spazi riservati ai pedoni». E, ad aggravare la già grave situazione, chiunque violi le disposizioni di quell'articolo «è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di ima somma da 30 mila a 120 mila lire». Che guaio. Ce n'è quanto basta e avanza per scombussolare la vita, non escluso il lato agonistico, a una federazione che vanta tra le sue specialità anche la corsa su strada. Il presidente Sabatino Aracu, che forse immaginava una quieta esistenza al vertice dell'hockey, è alle corde ma non si arrende: «Senza che nessuno ci abbia preventivamente consultato», dichiara, «si è creata una situazione che provoca gravi impedimenti ai nostri programmi e sconvolge allenamenti e calendari di gara. Non voglio entrare in polemica con nessuno», chiarisce, «ma intendo parlare con i ministeri competenti, Lavori pubblici e Trasporti, per far capire che si è trattato di una decisione avventata, che non tiene conto sia della realtà del nostro Paese sia delle indicazioni positive che ci vengono dall'estero». E Aracu viene subito agli esempi: «Non si può ignorare che negli Stati Uniti il numero dei praticanti del pattinaggio a rotelle a livello amatoriale ha superato i 10 milioni e che in Australia è stato lanciato un esperimento singolare proprio in materia di legislazione stradale: a Sydney stanno istruendo al pattinaggio i poliziotti per consentire loro di muoversi più agevolmente nel traffico». Il presidente della Federazione hockey e pattinaggio là sa lunga anche sulla Spagna. La legislazione spagnola contiene norme restrittive per il pattinaggio, ma consente la circolazione sui marciapiedi a passo d'uomo e impone che i venditori di acceleratori di andatura informino della necessità che i pattini vengano usati con adeguato equipaggiamento protettivo. E Aracu, pronto: «Tutti accorgimenti che saremmo ben lieti di studiare con le autorità competenti. Non pretendiamo via libera senza condizioni, ma neppure vogliamo divieti ingiustificati che impediscano lo svolgersi di una un'importante attività amatoriale come la nostra». La mancata consultazione dei pattinatori da parte dei ministri dei Trasporti e dei Lavori pubblici può essere giudicata una cosa poco carina, specie se vista con l'ottica di chi, per gara o per diporto, viaggia a rotelle, ma le probabilità che il codice stradale subisca mutamenti grazie all'intervento del presidente Sabatino Aracu sono pari alle probabilità che i poliziotti italiani, a imitazione dei colleghi australiani di Sydney, si allenino per dare la caccia ai ladri pattinando. E allora, è la fine del pattinaggio? Speriamo di no, è uno sport divertente e inoffensivo, non inquina l'atmosfera, mai nessuno è morto finendo sotto i pattini percorrendo le strisce pedonali. Urge, dunque, una soluzione. A Torino, per esempio, i pattinatori l'hanno già trovata: si allenano, indisturbati, davanti all'ingresso del Teatro Regio. E non si tratta di pattinaggio artistico, è un semplice scampolo dell'arte di arrangiarsi. [r. s.]
Persone citate: Aracu, Sabatino Aracu
Luoghi citati: Australia, Spagna, Stati Uniti, Sydney, Torino
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