Piero Chiambretti al cinema zero

Tra i progetti del «cronista» c'è un film, «inteso come operazione artistica» Tra i progetti del «cronista» c'è un film, «inteso come operazione artistica» Piero Chiambrelti al cinema zero «Sono il capo di me stesso» f Tv, che disamore MILANO. Il fenomeno ultratelevisivo Piero Chiambreni è riuscito a conquistarsi con pieno diritto il portofranco della battutaccia. Guai al cronista normale che volesse emularlo: come minimo uno schiaffone. Altra singolare caratteristica di Piero la tenuta, ossia la capacità di amministrare l'energia armonica che sta alla base del suo successo in tv: un rapporto ideale tra fisico e cervello che gli permettono sgambate infinite miste ad osservazioni folgoranti. Ma terminato il lavoro frenetico di cronista-redattor-direttore del suo Tg Zero, che cosa potrà ancora inventarsi 1'«inarrestabile»? Da fonte autorevole (è quasi d'obbligo ormai citarle, e Chiambretti conosce bene le regole), dunque, si è saputo dal direttore di Raitre, Angelo Guglielmi, che avrebbe serie intenzioni di dedicarsi al cinema. Una notizia che lo stesso Piero rincorrerebbe per i corridoi specializzati di tutta Italia. Che cosa c'è di vero su questa sua probabile nuova attività? «Durante una serata allegra, parlavo con Angelo Guglielmi del prosieguo della mia carriera, del mio futuro. E dato che l'abbrutimento generale della tv mi fa sempre più disamorare del mezzo, ho parlato anche d'una opportunità cinematografica». Allora quale film? Un lavoro alla Woody Alien o alla Polanski? «Mi sembra esagerato metterla in questi termini, perché si crea una falsa attesa e agitazione che non va bene per l'immagine del sottoscritto. E' prematuro dire qualsiasi cosa. Ma se dovessi girarlo davvero sarei per un unico film e di certo non scimmiotterei nessuno». Come fa e ha già fatto alla televisione? «Infatti. Alla tv mi sono ritagliato uno spazio unico, difficilmente imitabile: vedi Santoro e i suoi figli. Dunque in un film mi rifarei esclusivamente a me stesso». E non può dirci di che cosa si tratta? «Ho dimostrato che sono ingenuo ma mica scemo. L'idea c'è, è liuovo di Colombo, e dovrei darla ai giornalisti per farmela rubare? Posso invece dire che sul Corriere il critico cinematografico Tullio Kezich ha scritto: "Il miglior film di quest'anno è il TgZero di Piero Chiambretti". Stessi apprezzamenti sono venuti dal mondo del cinema e non da quello della tv. Insomma dico questo con un briciolo d'orgoglio per il mio lavoro». Che è comunque un lavoro televisivo. Invece il film che ha in testa? «Sarebbe una grande stupidaggine dicessi che mi piace il cinema neorealista piuttosto che quello trasgressivo di Almodóvar. Invece per l'eventuale film non mi allontanerei da quello che sono. Come in tv dopo 3, 4, 5 anni: stessa griffe con diversi programmi». E' vero che sta per iniziare una serie di spot pubblicitari per le «Pagine Gialle»? «Posso dire che è una casa torinese che possiede un colore nel suo logo. Se si chiude la trattativa dovrebbe darmi la massima disponibilità, nel senso che sarò io ad inventare gli spot, ad interpretarli, a curarne il montaggio e la regia. Il tutto sarà girato in pellicola che verrà riversata in elettronico in un secondo tempo. Scoprirò così i misteri della macchina da presa cinematografica». Perché tanta voglia di accentrare? «Ma perché io mi conduco in porto meglio di qualunque altro. Perché so che meglio di me ci sono solo io. Amo il lavoro di gruppo che parte da un ceppo che sono io. Non dimentichiamo però che non trascuro gli altri. Ho riscoperto in tv personaggi dimenticati come Herrera, Marianini, Paternostro. Ma mi ritengo il capo carismatico di me stesso. Una volta quando ero animatore sulle navi da crociera, entravo in scena dicendo: "Sono il capo animazione perché sono l'unico a bordo". Sono insomma il leader con gli stivali più alti di me». Parliamo ancora del film misterioso. Quale invenzione ci sarà? «Non s'inventa più nulla. Diciamo che bisogna trovare il punto di vista che altri non hanno ancora avuto: un metro avanti o uno indietro». E farà ridere? «Farà sorridere pensando o pensare sorridendo. Soltanto un'altra cosa: se avessi voluto fare i soldi col cinema li avrei già fatti. Non sto a dire i film che mi hanno proposto e che io ho sempre rifiutato. Ultimo quel "Sognando la California" che ha interpreti che mi sono anche simpatici ma con i quali non ho nulla da spartire. Intendo il cinema come un'operazione artistica, dunque il film, se ci sarà, tenterà di possedere questa caratteristica». Nevio Boni Foto grande Piero Chiambretti in alto a destra il direttore di Raitre Angelo Guglielmi

Luoghi citati: California, Italia, Milano