E' morto il kamikaze dell'attentato a Hitler di Emanuele Novazio

Bonn, von dem Bussche aveva 73 anni Bonn, von dem Bussche aveva 73 anni P morto il kamikaze dell'attentalo a Hitler Aveva ideato «l'agguato del cappotto» Bombe in tasca per uccidere il Fùhrer BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Uno degli ultimi partecipanti alla congiura contro Hitler, il barone Axel von dem Bussche, è morto martedì a Bonn. Lo si è saputo ieri. Von dem Bussche aveva 73 anni: era nato nel 1919 a Braunschweig, e nel dopoguerra di era occupato della ricostruzione delle Forze Armate federali. Molto amico dell'attuale Presidente Richard von Weizsaecker, aveva lavorato all'ambasciata tedesca di Washington ed era stato membro ,del Consiglio ecumenico delle iChiese, a Ginevra. ' Ma von dem Bussche è entrato nella storia per la sua partecipazione alla resistenza organizzata contro Hitler: nel 1942, quando era un giovane capitano di fanteria impegnato sul fronte russo, in Ucraina, aderì al gruppo di congiurati del colonnello von Stauffenberg dopo aver assistito alle esecuzioni in massa degli ebrei. Il suo primo incarico di rilievo gli fu affidato l'anno dopo: un attentato contro Hitler, il cosiddetto «attentato del cappotto». Era il novembre del '43: l'allora ventiquattrenne capitano venne scelto per una missione suicida dai cospiratori che facevano capo a Cari Goerdeler, ex borgomastro di Lipsia e uno degli «oppositori storici» del nazismo, diventato poi la mente direttiva della resistenza. Si doveva presentare il modello di un nuovo cappotto destinato all'esercito tedesco, che lo stesso Hitler aveva ordinato di preparare. Il Fùhrer voleva controllarlo di persona prima di autorizzarne la produzione, e von dem Bussche avrebbe dovuto indossarlo davanti a lui: in tasca avrebbe avuto due bombe, che sarebbero esplose mentre Hitler osservava il cappotto. Non era il primo tentativo del genere: il 21 marzo ci aveva già provato il barone von Gersdorff, capo del servizio segreto nello Stato Maggiore del feldmaresciallo Kluge. Anche Gersdorff doveva avvicinare Hitler con in tasca due bombe. Ma un cambiamento di programma deciso all'ultimo momento dal Fùhrer - una delle sue consuete, sottili misure di sicurezza dettate dalla paura di attentati - aveva fatto fallire il progetto. Von dem Bussche aveva deciso di saltare in aria con il Fùhrer: le bombe che aveva in tasca sarebbero esplose pochi secondi dopo aver azionato la spoletta, mentre il capitano afferrava Hitler e lo «abbracciava». Ma ancora una volta la fortuna salvò la vita al Fùhrer: il giorno prima della presentazione del nuovo cappotto, una bomba degli Alleati distrusse il laboratorio dov'era conservato. Bussche rientrò perciò nella sua compagnia sul fronte russo. Tornò al quartier generale in dicembre, deciso a ripetere il tentativo: ma, alla vigilia, Hitler partì all'improvviso per Berchtesgaden, e ancora una volta riuscì a salvarsi. Von dem Bussche, nel frattempo, era stato ferito in Ucraina, e proprio mentre il gruppo di von Stauffenberg preparava l'attentato del 20 luglio '44 contro il quartier generale di Hitler, fu costretto ad allentare i legami con la resistenza. Per questo von Bussche rimpianse sempre, in seguito, di «essere fra i congiurati riusciti a sopravvivere». L'attentato progettato da von Stauffenberg contro il quartier generale di Hitler - ultimo di una lunga serie, tutti andati a vuoto - fu infatti represso con severità estrema. Fino alla primavera del 1945 furono condannate a morte centosettanta persone, e settemila vennero imprigionate. Le famiglie del colonnello e degli altri ufficiali coinvolti nel tentativo di putsch vennero internate nei campi di concentramento. Von dem Bussche non aveva dimenticato l'orrore di quel tempo. Nell'ultima intervista, qualche anno fa, confessava che il suo sogno era di «dire a fondo» il suo pensiero a tutti i neonazisti, e di essere ucciso da un naziskin. Emanuele Novazio

Luoghi citati: Berchtesgaden, Bonn, Ginevra, Ucraina, Washington