Zagabria: è terra nostra

Zagabria: è terra nostra Zagabria: è terra nostra Parigi diffida Tudjman con una portaerei ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO «La polizia e l'esercito croato hanno avuto il compito di recuperare il controllo delle zone occupate dalle formazioni paramilitari serbe. Il nostro esercito si ritirerà dalle zone liberate durante la sua azione parallelamente con il disarmo delle forze paramilitari serbe e la riconsegna delle armi pesanti che i serbi hanno sequestrato dagli arsenali custoditi dalle forze di pace dell'Onu. Questo permetterà il ritorno delle autorità civili e la normalizzazione della vita nella regione dell'entroterra zaratino». * La rispósta del presidente croato Franjo Tudjman alla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Orni è giunta al termine del suo incontro con il ministro della Difesa, quello degli Interni e col generale Bobetko, capo di Stato maggiore delle forze armate di Zagabria che ha condotto l'azione di Maslenica. Tudjman ha ricordato ancora una volta che l'unico scopo dell'azione era di assicurare la zona dei lavori per il nuovo ponte che deve collegare la Croazia settentrionale alla Dalmazia isolata dal novembre '91, quando i serbi hanno fatto saltare in aria il vecchio ponte di Maslenica. «I caschi blu, che avevano il compito di disarmare le formazioni paramilitari serbe, di ristabilire le condizioni per il ritorno dei profughi e la riapertura delle vie di comunicazione, non sono riusciti a far nulla in tutti questi mesi. Oramai eravamo con l'acqua alla gola. Ristabilire il traffico interrotto tra Nord e Sud per ricollegare le due parti del Paese è d'importanza vitale per la Croazia» ha dichiarato ai giorna¬ listi accorsi a Zara il vicepremier croato Ivan Milas, annunciando che 20 mila profughi croati e 2000 serbi possono rientrare nei loro villaggi che sono stati costretti ad abbandonare sotto il terrore dei cetnici. Le milizie serbe continuano però ad attaccare la zona di Miljevei e Unesic, nell'entroterra dalmato, che bombardano con l'artiglieria pesante. Benché Zara non sia direttamente minacciata, nella città è tuttora in vigore l'allarme generale. Sono chiusi uffici e scuole. Rimane aperto soltanto qualche negozio affinché la gente possa rifornirsi di generi alimentari. Dalla Krajina, la regione occupa La dai serbi e controllata dai caschi blu, arrivano notizie di scontri tra i gruppi cetnici arrivati da fuori e i locali. Nella caserma di Benkovac, una delle roccaforti serbe in questa regione, è stato ucciso il generale Borie, comandante del secondo Corpo d'armata dei serbi della Bosnia. Un gruppo di profughi serbi, fuggiti due giorni fa da Knin, hanno raccontato i maltrattamenti che devono subire tutti quelli che rifiutano di seguire le milizie. I leader locali chiedono l'aiuto di Belgrado, che non sembra però intenzionata a farsi coinvolgere nel conflitto. Mentre la Cee ha invitato tutte le parti a cessare i combattimenti intorno a Zara e ad accettare «veramente» il piano di pace, la Francia ha deciso di mandare nell'Adriatico la portaerei Clemenceau. «1 nostri aerei e gli elicotteri potrebbero intervenire in qualsiasi momento», ha. dichiarato il ministro della Difesa Pierre Joxe. E Mitterrand ha chiesto a Tudjman di garantire l'incolumità dei soldati francesi Ingrid Badurina

Persone citate: Adriatico, Bobetko, Clemenceau, Franjo Tudjman, Ivan Milas, Mitterrand, Pierre Joxe, Tudjman

Luoghi citati: Belgrado, Croazia, Dalmazia, Francia, Parigi, Zagabria, Zara