Lubrano: io non ci credo di Maria CorbiAntonio Lubrano

Lubrano: io non ci credo Lubrano: io non ci credo «Chi compra ha poco da ridere il '93 sarà un anno nerissimo» ROMA. Cala, l'inflazione, la massaia fa festa. O no? Che ne pensa Antonio Lubrano, il paladino televisivo dei consumatori? Lubrano ieri era impegnato a parlare nella sua trasmissione delle polizze sui «furti in casa». Ma i prezzi restano il suo piatto forte. E allora, dottor Lubrano? Il tasso tendenziale nazionale è sceso al 4,3 per cento, è davvero una buona notizia per i consumatori? «Vedremo. Io preferisco mantenere una atteggiamento di prudenza. Aspettiamo e vediamo cosa succede». Un atteggiamento fatalista. «No, ripeto, solo prudente». Il costo della vita dovrebbe quindi calare. «Prima di tutto escludo che i prezzi calino. In Italia giusto le banane sono calate. E' più giusto dire che i prezzi rimarranno stabili. Fatta questa premessa credo che comunque il dato di gennaio sull'inflazione non possa migliorare più di tanto le cose». In che senso? Non crede ai dati che arrivano dalle città-campione? «Voglio dire che l'Italia stapassando un periodo nero. E anche se i prezzi rimarranno stabili i posti di lavoro in questa stasi della nostra economia continueranno a essere a rischio. Si parla di un milione di persone che rischiano di rimanere a casa. Già adesso aumentano di giorno in giorno i disoccupati. I segnali della crisi sono troppo forti perché la gente possa rallegrarsi per qualche punto di inflazione in meno». Una buona notizia annullata dalla difficile situazione economica del Paese dunque. «Questo dato ci può rinfrancare sul piano internazionale, ma sul fronte interno ci sono troppi problemi. E poi l'inflazione cala, ma continuano ad aumentare inesorabilmente le tasse che si devono pagare. Sotto questo profilo il 1993 sarà un anno nero. A marzo si parla di una nuova stangata. Quindi anche se il calo dell'inflazione farà calare i prezzi non credo proprio che la gente Antonio Lubran o sarà più disponibile ad aprire il portafogli». Nessun risvolto sui consumi dunque. «Anche adesso che è epoca di saldi e di offerte stracciate i rìegozi sono vuoti. Tranne forse le grandi firme che non facendo abitualmente vendite promozionali attraggono clientela. Questo vuol dire che soldi non ce ne sono. E la gente immaginando tempi ancora più duri si fa prudente. Per tutti si è aperta una stagione di austerità. Questo può essere anche utile per un Paese che ha vissuto in maniera sproporzionata rispetto alle sue reali possibilità». Lei conosce molto bene l'umore degli italiani. Riceve moltissime lettere che la aiutano a rimanere in contatto con i problemi della gente. La notizia del calo dell'inflazione produrrà qualche reazione? «Non saprei dirlo. Quel che è certo è che in giro c'è paura e anche molta rabbia. Sento dei discorsi che lasciano preoccupati, perplessi. E come dare torto a chi dice: "Ci chiedono i sacrifici dopo che con le tangenti hanno mangiato tutto quello che dovevano mangiare". Il ragionamento della gente è elementare. Con questo clima guardo al calo dell'inflazione con prudenza. In un altro momento avrei salutato questo dato con entusiasmo, adesso non suono le trombe». Il suo è un invito a non farsi delle illusioni. «Non vorrei essere frainteso. Non è che mi rallegro della situazione. E' che il dato, a differenza di quanto sarebbe successo in passato, mi lascia perplesso perché non riesco a in terpretarlo ancora nella luce giusta». Un consiglio. «Io non possiedo bacchette magiche e sarebbe presuntuo so da parte mia dispensare consigli. Sono un consumatore e un osservatore comune, non conosco la ricetta giusta. Se avessi la carta vincente la tirerei fuori». Maria Corbi Antonio Lubrano

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