«I naziskin sono al governo della Germania» di E. N.

SOMAUAI Sale di tono la denuncia dello scrittore contro la nuova legge che limita il diritto d'asilo «I naziskin sono al governo della Germania» Grass contro il ministro dell'Interno: xenofobo in giacca e cravatta BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Al governo ci sono «skinheads in giacca e cravatta», accusa Guenter Grass, e uno di loro è certo il ministro degli Interni Rudolf Seiter, democristiano come Kohl. A pochi giorni dal duro attacco al Cancelliere Kohl e all'opposizione di sinistra - colpevoli di «non avere programmi» e di avere portato per questo la Germania a una «situazione di emergenza» Grass si accanisce di nuovo contro l'establishment politico. La polemica dello scrittore contro i partiti e il potere, la sua sfida fatta di provocazioni aspre, di immagini velenose, si arroventa. Al centro del nuovo attacco, il compromesso sulla riforma in senso restrittivo del diritto d'asilo, raggiunto il mese scorso da maggioranza e opposizione socialdemocratica. Durante un incontro con un gruppo di «Asylanten» a Wismar, ai quali ha letto brani del suo romanzo «Il tamburo di latta» e tredici sonetti, Grass ha alzato il tiro: il clima xenofobo che da mesi avvelena la Germania, sostiene lo scrittore tedesco più famoso e autorevole, non è legato soltanto alle aggressioni e agli attentati dei radicali di destra, ma anche alle scelte della classe politica. Sono loro, gli uomini di governo che vogliono limitare il diritto d'asilo, a intossicare il Paese con la loro doppiezza. Sono loro gli «skinheads in cravatta e colletto». Primo fra tutti il ministro Seiters, artefice principale dell'accordo raggiunto con i socialdemocratici: un accordo che lo scrittore taccia di «sconfinata ipocrisia». Proprio per ribellarsi alla «politica del compromesso» dei socialdemocratici, in novembre Grass aveva abbandonato l'Spd, dopo decenni di impegno e militanza: il comportamento del partito, o almeno della sua leadership, era arrivato «al limite del ragionevole», aveva sostenuto. Come conseguenza di quel compromesso, aveva detto Grass, la Germania porrà «il primo mattone della fortezza Europa», un nuovo Muro al di là del quale resteranno «gli altri», quanti premono ai confini meridionali e orientali del continente. La nuova denuncia di Grass inasprisce una polemica - sul diritto d'asilo, sulle responsablità del governo, sulla repressione dei gruppi neonazisti che altri episodi recenti hanno ravvivato. E' di ieri la notizia che due ragazzine libanesi di sette e nove anni, ferite da un gruppo di estremisti di destra nell'ottobre del 1991, non potranno essere indennizzate: fra la Germania e il Libano non esistono infatti convenzioni in tal senso. Il clamore sollevato dal caso ha avuto effetto: il governo porterà presto all'esame del «Bundestag» il «problema della reciprocità». E poi le violenze politiche: sono in evidente calo dopo l'inasprimento dell'atteggiamento di polizia e magistratura; ma il rischio maggiore adesso, si sostiene, sarebbe considerarle esaurite. L'ultimo episodio potrebbe essere la morte di un'infermiera di 24 anni, Kerstin Winter, uccisa a Friburgo da un pacco-bomba arrivatole per posta. Dopo le prime indagini non si esclude il movente politico, anche se la polizia «segue tutte le piste» e non dispone di elementi certi. La ragazza, sostengono invece ambienti dell'autonomia ai quali era legata, è stata vittima di «un omicidio fascista»: Kerstin Winter, inoltre, era nota nella sua città del Baden-Wuerttemberg per l'impegno in favore degli stranieri, [e. n.]

Luoghi citati: Baden-wuerttemberg, Europa, Germania, Libano