Pri, segreteria decapitata di Luciano Borghesan

Prif segreteria decapitata Prif segreteria decapitata E per Giunta riappare la massoneria Mimi Russo in galera. Roberto Giunta fuori città, lontano dalla procura e anche dall'attacco subito sabato dal segretario regionale dimissionario del suo partito, Aldo Gandolfi, mentre il pri piemontese si dilania per i colpi patiti sulla questione morale, che ha sempre messo al primo posto, con l'arresto dell'ex iscritto Russo e con l'avviso di garanzia all'«autosospeso» senatore Giunta per lo scandalo Iacp. Non solo: tra i repubblicani c'è rabbia per lo scontro nel partito, ufficializzato dalle dichiarazioni fatte alla stampa da Gandolfi: «Il senatore ha mentito al pri. Durante l'inchiesta interna avrebbe dovuto dire tutto quello che sapeva sulla vicenda Iacp». Giorgio La Malfa è nero. Non ci sono suoi interventi diretti, ma chi ha parlato con il segretario nazionale lo ha sentito amareggiato, oltreché preoccupato, per la scelta di Gandolfi di parlare ai giornalisti, in una sede di partito, prima di aver esaminato i fatti all'interno del pri. Gli amici torinesi che gli sono più vicini si dicono «sotto choc», accusano Gandolfi di averne fatto una questione personale. E questi a sua volta viene sostenuto da militanti di sezioni piemontesi che chiedevano provvedimenti di sospensione nei confronti di Giunta. La maggior parte preferisce il silenzio. Si augura che qualcuno prenda in mano la situazione. Molti lamentano l'assenza di decisioni di fronte a un partito che è quasi decapitato nei vertici locali. L'unico segretario in carica è quello cittadino, Mauro Marino. Al provinciale, il segretario Giunta è «autosospeso», restano i due vice Schiavetti e Robilotta. Al regionale, Gandolfi è dimissionario. Non ci sono esecutivi convocati. In questa situazione l'edera rischia di appassire, proprio alla vigilia del voto anticipato a Torino. Intanto su Giunta si fanno altri ragionamenti. C'è un legame tra la sua ex appartenenza alla massoneria e l'attenzione riservata dal giudice Corsi ad iscritti a logge torinesi? I dirigenti della massoneria torinese hanno sempre respinto l'ipotesi che le logge siano state utilizzate per discutere di questioni politiche. Di af¬ fari neanche a parlarne. Giunta aderì alla massoneria di Palazzo Giustiniani nella loggia Jan Palach, la lasciò per una nuova (chiamata Azeglio Dini) che nell'88 fu sciolta per mancanza di «fratelli». E dall'88 è «depennato». C'è chi non crede che certe logge e certi massoni siano stati ininfluenti per Torino. «Adesso, forse, mi spiego - dice l'ex sindaco Novelli - perché Russo nell'85 lasciò il pei, contribuendo a far cadere il monocolore comunista e di lì a poco entrò nel pri ed ebbe l'incarico allo Iacp». Luciano Borghesan Il senatore Roberto Giunta è inquisito per concorso in concussione

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