De Chirico, cavalli e calligrammes L'ultimo giardino? E' artificiale

De Chirico, cavalli e calligrammes L'ultimo giardino? E artificiale SCEGLIENDO De Chirico, cavalli e calligrammes L'ultimo giardino? E artificiale MILANO // mito della classicità Galleria Tega. «Giorgio De Chirico» (fino al 6 febbraio). La rassegna copre gli anni che vanno dal 1925 al 1970: un percorso che spazia dalle litografie colorate a mano, a una serie di straordinari «calhgrammes», e alcune opere su tela, come Cavalli sulla sponda dell'Egeo. Opere che danno la misura di una poesia che si cala nel mito e ripropone il sapore di una classicità che sta al fondo della nostra cultura. TRENTO Gastini si riorienta Galleria Civica d'Arte Contemporanea. «Marco Gastini - sdipanarsi in allungo e ri-orientarsi» (fino al 13 marzo). Sono in mostra quaranta opere che attestano le tappe principali del percorso dell'artista e un cor¬ pus di lavori nuovi creati per l'occasione. Si parte dalle opere degli Anni Sessanta per passare alla ricerca sulla materia, sul segno e su materiali spesso estranei alla pittura tradizionale. Nel catalogo, Hopefulmonster, testi di Danilo Eccher e Francesco Poh. BOLOGNA Natura e quotidiano Villa delle Rose. «The last garden» (fino al 22 marzo). Un gruppo di giovani artisti internazionali in questi anni si è chiesto come rapportarsi alla natura. Le opere qui esposte non vogliono proporre una realtà «altra», o edenica, ma piuttosto una ricerca che si misura con una quotidianità totalmente artificiale. Massimo Barzagli, Vittorio Corsini, Wastijn e Deschuymer, Thomas Bernstein, Thomas Grunfeld, Craig Wood e Vincent Shine hanno realizzato una installazione per la villa. Il catalogo, Hopefulmonster, è a cura di Dede Auregli. ROMA Le mamme di Patten Accademia di Francia. Villa Medici. Arturo Patten, «Portraits - Ritratti» (30 e 31 gennaio). In mostra tre serie di fotografìe: di scrittori, di artigiani e di mamme, che il fotografo americano ha realizzato tra 109 e il '91 a Roma, dove vive da molti anni. Nel catalogo, Ruggero Orlando scrive che «Arturo Patten ci mostra l'ottimismo pepato di Paola Borboni, la malizia divertente di Tania Albertini Tolstoi, la diffidenza di Rosaria Imperiali, le riflessioni di Natalia Ginzburg». Ma anche tante persone comuni, bottegai, amici, colti negli atteggiamenti più «veri», come faceva Goya dipingendo i reali di Spagna. In breve Milano. Galleria Cafiso. «Giancarlo Cazzaniga - Floreale» (dal 4 al 20 febbraio). Personale di notevole vastità dove compaiono lavori a olio su tela dal 1987 al 1990. Tre anni di intensa riflessione su un tema consustanziale all'artista lombardo, che a partire dalle «ninfee» di Monet dipinge con toni minori, ma intensamente carichi di luce mediterranea, un repertorio di fiori, sentiti come metafora di una fantasia Urica e solare. I testi che accompagnano le opere sono di Alfonso Gatto e Leonardo Sciascia. Milano. Galleria S. Carlo. «Pierre Calice» (fino al 10 febbraio). L'artista parigino è autore di numerose edizioni litografiche e, dal 1970, di una pittura di intensa cromaticità, da cui trae spunto per affreschi e sculture che si trovano in diversi luoghi parigini, da La Villette a Nevers. Perugia. Palazzo Penna, Rocca Paolina. «Nuvolo: la pittura e l'atelier di grafica» (fino al 26 febbraio). E' una mostra antologica di questo maestro umbro, il cui lavoro, ancora poco noto, merita di essere oggi messo in luce, soprattutto per la finezza esecutiva delle opere e per la loro astrazione intima e ben equilibrata. A cura di Bruno Cora. Napoli. Framart-studio. «Renata Boero: il classicismo dimenticato a memoria» (fino al 12 febbraio). L'artista genovese, nelle ultime opere qui in mostra, crea forme pittoriche che somigliano a «strutture architettoniche» che si muovono in uno spazio gremito di emozioni e di gesti, rivelando una poesia intensa e concen- trata. Gesto e segno portano sulla tela la nuova organicità del «classico» che risulta, insieme, natura e anti-natura. Genova. Galleria Ellequadro. «Nanine Burkard» (fino al 28 febbraio). L'artista tedesca ha scoperto un paese completamente disabitato, le cui case sono rimaste intatte nell'arredamento. Di qui una serie di carte, di grande fascino, nelle quali attraverso il collage, la pittura, la fotografia e il segno, coglie il ricordo di quei muri e di quelle case, rielaborandoli poeticamente. La mostra è curata da Luciano Caprile. Bologna. Galleria Forni. ((Alberto Sughi» (fino al 18 febbraio). L'artista emiliano presenta una serie di tele, di forte intensità coloristica, intitolate «(Andare dove» (1991-'92), una serie di paesaggi con figure in cui lo spazio sconvolto pare sfondare l'orizzonte. A cura di E. Crispolti. Marisa Vescovo «La Mamma», un ritratto dalla serie «Li Signori Romani» dell'americano Arturo Patten, a Roma il 30 e il 31 gennaio