A caccia di gemme nei gabinetti pubblici di Gabriella Bosco
A caccia di gemme nei gabinetti pubblici Parigi, vent'anni di graffiti sulle pareti delle toilette «raccolti per la posterità» da un gruppo di studiosi A caccia di gemme nei gabinetti pubblici «Confrontate "IlMuro" di Sartre con questo. Sopprimete quello inutile» Yr| PARIGI 1/ ENI vidi WC. Variante 1/ della più nota versione di I Giulio Cesare, la frase è __±J citata nel tomo secondo dell'opera di Régis Hauser I muri si divertono (edizioni Manya). Frutto del lavoro ventennale di un gruppo di 66 collaboratori coordinati dal professor Hauser, la foltissima demenziale antologia è - recita il sottotitolo - «una selezione di graffiti divertenti, provocanti, cattivi e piccanti, raccolti per la posterità sui muri dei nostri vespasiani e nei gabinetti dei nostri bistrot». Come avvio, una dichiarazione di intenti. Il professor Hauser, dedito al collezionismo di iscri- zioni murali come altri a quello dei francobolli e delle monete, ne vanta un valore altamente antropo-sociologico. «Il graffito (che sia, beninteso, da gabinetto: l'unico che non sfigura né inquina) è la sola forma di espressione popolare perfettamente e assolutamente altruistica», dice il professore. «Anonimo, il graffitista non rivendica nessun pubblico riconoscimento. Il suo sforzo creativo è atto solitario e disinteressato. Dunque, per essenza, ammirevole». Lo studioso riconosce che il suo tipo di ricerca non è «agevole». A parte gli odori e il resto, a cui signorilmente non fa cenno, il problema principale è la massa del materiale dà eliminare: «Il 99% consiste in piacevolezze scollacciate, allusioni infra-addominali, scatologia crassa. Qua e là, però, tra il letame, spunta la gemma». Il professore precisa altresì che grossolanità non è obbligatoriamente sinonimo di volgarità, e che è sciocco respingere l'osé se contiene saggezza. Ecco un florilegio (suddiviso, per comodità, in generi). Graffiti politico-ideologici: «Bisognerebbe sciogliere le ceneri di Pétain nell'acqua di Vichy». «La risposta è il comunismo. Ciò prova quanto fosse scema la domanda». «Gli arabi sono come il razzismo: non dovrebbero esistere». «Tutti i sadici dovrebbero essere scorticati vivi con una lama di rasoio arrugginita, e poi sbollentati». Tra i graffiti intellettual-ironici, quello letterario: «Leggete 11 Muro di Sartre. Leggete questo muro. Confrontate. Sopprimete il muro inutile». Lo psicoanalitico: «Ma cos'è, un test di Rorschach o una diarrea?». Il filosofico: «E' felice lo studente che, come il fiume, riesce a seguire il suo corso senza uscire dal suo letto». Il lessicografico: «Sì, si può essere insieme valetudinari e ipocondriaci, atrabiliari e ciclotimici. Basta avere un buon dizionario». Nella massa degli orribili citabili: «Domanda: come si chiama una donna brutta, che si ubriaca e che puzza dai piedi? Risposta: non la si chiama». «Le ragazze sono come le marmellate. Sono buone, ma appiccicano» (en¬ trambi da toilettes maschili). «I malati di Aids, i rifugiati, i guerriglieri e gli albanesi si vestono da Benetton». Né sono risparmiati i bagni del ristorante di un grande chef come Bocuse: «E' qui che cadono in rovina le meraviglie della cucina». Saltiamo la categoria sesso (l'unico reperto non volgare essendo: «Mi eccita il pensiero che sotto i vestiti tutte le donne sono nude») e preferiamo qualche tocco di poesia: «Vorrei dissalare una sirena». «Non un graffito, non una macchia. Lo cercavo, è il muro del silenzio)!). Un gentile graffitista: «Amici della poesia, buongiorno!». Da toilette molto battute: «Questo muro troverà presto un editore» con la variante: «Questo muro è sponsorizzato dalle Edizioni Gallimard». Inesauribile, il professor Hauser - che si accinge a compilare il terzo tomo dell'opera - ringrazia e loda in particolare artisti come Amédée Biskoto (presunto pseudonimo). Parigino, si sposta anche in provincia e ha lasciato tracce persino in un vespasiano di Ventimiglia. E' molto dotato. Intanto il professore lancia una petizione per combattere l'aggressione iconoclasta dell'Olga (Organizzazione per la lotta contro i graffiti e l'affissione). Reclama rispetto per la toilette. Gabriella Bosco Battutacce sul sesso e riflessioni politiche: «La risposta è il comunismo. Ciò prova quanto fosse scema la domanda» Uno scorcio delle Tuilerìes. A Parigi «I muri si divertono»
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