Cuba per vendere, Tokyo per gestire, Roma per soffrire

Cuba per vendere, Tokyo per gestire, Roma per soffrire Cuba per vendere, Tokyo per gestire, Roma per soffrire Fidel Castro torna di moda. Non più come lider maximo della revolucion ma (...quantum mutatis...) come preoggetto di consumo. Caduto il muro, si avvicina anche per il vecchio leone il tempo del riposo. Lo aiutano a trovare il nuovo look due fuoriclasse: Luciano Benetton e Oliviero Toscani. Il progetto: centri di produzione di magliette e jeans sull'isola, e negozi per i turisti. L'infaticabile Oliviero già sogna Fidel come «testimonial» di una coloratissima mountain bike, su cui immortalarlo felice. Ma a Cuba, per le vacanze di Natale, è andato anche l'editore Carlo Feltrinelli. Fidel era amicissimo del padre Giangiacomo, cui aveva promesso la biografia. Turismo e affari? Fidel Castro Mentre Fi- «testimonial» del si avvia, Toscani spera nello «scoop» Toscani spera nello «scoop» saggiamente, su una china meno dura, in Italia avviene la rivoluzione. Alla guida dell'Ulva, Uri ha chiamato Hayao Nakamura, reponsabile della Nippon Steel Europa, Se Nakamura, già ribattezzato l'«italiano con gli occhi a mandorla» per la sua lunga permanenza nel Belpaese (trent'anni), sia l'uomo adatto a colmare la voragine dell'acciaio di Stato, è presto per dirlo. L'episodio che lo rese noto a metà degli Anni Ottanta, non fu per la verità felice. Insieme ad un gruppo di amici romani, tra cui spiccava Alberto Sordi, egli tentò una non riuscita scalata alla Falck, che tenne il gruppo di investitori bloccato per oltre due anni, senza speranza. L'Albertone nostro, confidarono gli amici, era furio¬ so. Ma a quel tempo, evidentemente, Nakamura non aveva ancora penetrato a fondo i segreti e le risorse dei «salotti buoni». Giusta o sbagliata che sia, la scelta di Nakamura al posto di Giovanni Gambardella (che prima di far le valige è riuscito a dare un po' di soldi a Steno Marcegaglia e a Luigi Lucchini) è una bomba. Addio certezze e numeri chiusi, addio boiardi! Nessuno, nelle Partecipazioni Statali e dintorni, sarà più sicuro di nulla. Il cerchio si è spezzato. Perché, allora, non Lee Jacocca in Finmeccanica, o George Bush in Superstet? Perché non Madonna alla presidenza della Rai? O l'impavido Donald Trump alla testa di Iritecna? Il picconatore del sistema, questa volta, è Gambardella Michele Te- dimissionato Tedeschi il picconatore deschi, amministratore delegato dell'Ili, di fatto gestore unico dell'ente. E' lui che ha sbaraccato il vertice Ulva. Nell'Italia dello sbando, Tedeschi sta mettendo in pratica il teorema di Giuliano Amato e Piero Barucci: correre soli, possibilmente in controtendenza, unico spiraglio per sopravvivere. II. presidente del Consiglio, pur con tutte le cautele, cerca di scucirsi dal maglione la targhetta del Garofano, il ministro del Tesoro spera di succedere a Carlo Azeglio Ciampi in Bankitalia, e studia da Governatore. Tedeschi aspira, probabilmente, a incidere il suo nome nel libro della storia, come il nuovo Beneduce. Se a Roma il famoso sistema pubblico perde colpi su colpi, a Milano sembra trovare nuovo terreno su cui attecchire. Fran¬ cesco Colucci, presidente della Confcommercio, ha improvvisamente scoperto una sua vena imprenditoriale. I supermercati della Sme sono in vendita? Niente paura, ci pensa Confcommercio. In quattro e quattr'otto, Colucci ha messo insieme una cordata di cui ancora sfuggono i contorni, ma che avrà come perno Centrofinanziaria, merchant bank del Montepaschi. Gruppo bancario, detto tra parentesi, di ben nota etichetta democristiana. Nella cordata, Colucci ha annunciato l'ingresso delle Coop bianche, della Esselunga di Bernardino Caproni, della Finiper di Marco Brunelli, ed ha azzardato i nomi di Rinascente e della Standa di Silvio Berlusconi. Barucci studia Fatto curio- da governatore? Colucci capocordata so, la data di costituzione della cordata, oggi 26 gennaio, coinciderebbe, secondo alcuni dei personaggi chiamati in causa, con il primo incontro per discutere della cosa. Così i maligni insinuano che il presidente di Confcommercio giochi, con la carta Sme, una sua carta personale. Secondo Roberto Camagni, ex vicesindaco e assessore all'Urbanistica della giunta Pillitteri, anche Gino Colombo, direttore generale della Fiera di Milano, sta pensando al suo futuro quando boccia Pero e tira la volata per il polo esterno a Lacchiarella. Intanto viene fuori che, per Pero, esiste un progetto di micro-città, commissionato dall'Agip a Empio Malara, architetto, socialista doc. Ecco spiegata la renitenza dell'ente, per il momento guidato da Gabriele Cagliari, ad offrire l'area per la Grande Fiera. Dopo l'esplosione dei primi giorni, piazza Affari ha abbandonato i toni trionfalistici, ma un certo buon tono rimane. Il ministro del Tesoro assicura una corsia preferenziale per gli incentivi, e mantiene l'ottimismo sul matrimonio d'interesse tra Luigi Arcuti e Roberto Mazzotta. Buone notizie arrivano anche da uno studio di Analysis, società di consulenza alleata alla francese Associées e Finance. Vi si legge che, nonostante il quadro scoraggiante, la somma degli utili previsti per i maggiori titoli quotati a Milano, sembra destinata a crescere. Nella pattuglia di testa: banche e assicurazioni. Valeria Sacchi Colombo vola sulla Fiera Colombo vola sulla Fiera Fidel Castro «testimonial» Gambardella dimissionato Tedeschi il picconatore Barucci studia da governatore? NOMI E GLI AFFARI Mazzotta ci riprova