Insieme alpini e russi 50 anni dopo Nicolajewka

Insieme alpini e russi 50 anni dopo Nicolajewka Brescia, commemorato l'anniversario del massacro, tra i reduci anche lo scrittore Rigoni Stern Insieme alpini e russi 50 anni dopo Nicolajewka Abbracci per dimenticare la battaglia che aprì la via della ritirata BRESCIA. Alpini e russi, stretti in un abbraccio, forte, vero. Reduci della seconda guerra mondiale, ieri a Brescia, in una domenica particolare, davanti alle 60 bare di caduti bresciani, riportate in questi giorni in Italia. Era il 50° anniversario della battaglia di Nikolajewka. Alla celebrazione ha partecipato anche il ministro della Difesa, Salvo Andò. Per le vie di Brescia, dietro gli striscioni con i nomi dei reggimenti e delle divisioni, sono sfilati in 40.000 con il berretto degli alpini, i pochi reduci della campagna di Russia e tanti altri, giunti da tutta Italia e dalle sezioni di Svizzera e Francia, per ricordare a modo loro quel tragico giorno di 50 anni fa quando, a Nikolajewka, i nostri soldati riuscirono a sfondare l'accerchiamento dell'Armata rossa, trovando così una via per la ritirata. Tra i reduci c'erano anche l'aw. Giuseppe Prisco e lo scrittore Mario Rigoni Stern. Una domenica particolare, di memorie e di emozioni. Rigoni Stern: «Ero molto amico di Primo Levi, e lui diceva che le cose che si dimenticano possono ritornare. Noi vogliamo ricordare perché certe cose non ritornino. Nessuno come noi odia la guerra proprio perché l'abbia¬ mo fatta e sappiamo cosa significa». Il presidente nazionale dell'Associazione Alpini, Leonardo Caprioli, ha riabbracciato il comandante di uno squadrone di carristi, Ivan Saprikin, che, la mattina del 26 gennaio 1943, a Rossosch, non diede l'ordine ai suoi uomini di sparare sugli alpini in ritirata. Al termine della manifestazione è intervenuto il ministro della Difesa Salvo Andò, il quale ha ricordato che gl'italiani «anche in Russia come invasori, mai si sono macchiati di crudeltà verso la popolazione». Per Andò «il rispetto della sovranità degli Stati, del diritto interno di ciascun Paese, non può condurre a tollerare operazioni di pulizia etnica, o a condannare allo sterminio per fame intere popolazioni». Il ministro della Difesa ha poi ribadito che «l'esempio di lealtà e abnegazione dei nostri caduti non è stato vano, perché indica la strada del coraggio davanti alle proprie responsabilità». Per la delegazione russa ha invece preso la parola Alexander Bolashov, vicepresidente del comitato dei veterani del Soviet, il quale ha auspicato che le nuove generazioni facciano tutto il possibile per impedire una nuova guerra in Europa. [Ansa] Per le vie di Brescia, dietro gli striscioni con i nomi dei reggimenti e delle divisioni, sono sfilati in quarantamila

Persone citate: Andò, Giuseppe Prisco, Ivan Saprikin, Leonardo Caprioli, Mario Rigoni Stern, Primo Levi, Rigoni Stern, Salvo Andò