Powell: se arrivano i gay me ne vado
«Time» rivela l'ultimatum del capo dell'esercito a Clinton. Il Pentagono smentisce «Time» rivela l'ultimatum del capo dell'esercito a Clinton. Il Pentagono smentisce Powell: se arrivano i gay me ne vado Les Aspiri: il presidente è per una linea di compromesso Soltanto 30 senatori su 100 appoggiano la Casa Bianca WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Sulla delicata riunione che Bill Clinton avrà oggi con i capi di stato maggiore della forze armate a proposito dei gay nell'esercito pende una minaccia grave. Secondo indiscrezioni raccolte dal settimanale Time, il capo di tutte le forze armate americane, generale Colin Powell, avrebbe già preparato una lettera di dimissioni, che scatterebbero appena il nuovo presidente decidesse di abolire il bando che impedisce agli omosessuali dichiarati di vestire la divisa. «Se una persona giudica una proposta inaccettabile, tanto da fare a pugni con le proprie convinzioni morali, non può fare altro che dimettersi», avrebbe detto il generale. Dopo l'uscita dell'anticipazione di Time un portavoce di Powell ha smentito che lo scontro sui gay possa portare alle dimissioni del capo delle forze armate. Powell, l'eroe del Golfo, è estremamente popolare e gode del sostegno di tutti gli alti gradi del Pentagono. Le sue dimissioni avrebbero conseguenze molto gravi. Per Clinton sembra profilarsi un'altra sconfitta in apertura di mandato, dopo quella subita con la bocciatura di Zoe Baird, da lui candidata a guidare la Giustizia. La rivolta dei militari contro l'abolizione del bando è talmente estesa e profonda che Clinton, come ha confermato ieri il suo Se¬ gretario per la Difesa, Les Aspiri, è già sceso su una linea di compromesso. Aveva promesso, diventando l'eroe della comunità gay, che uno dei suoi primi ordini esecutivi sarebbe stato la semplice cancellazione del bando, mentre adesso ha rinviato il mantenimento della promessa di almeno sei mesi, nel corso dei quali si limiterebbe a chiedere che il bando non Venga applicato con severità. Ma l'opposizione dei militari è radicale e il compromesso auspicato da Clinton non pare reggere. I militari, come hanno spiegato ad Aspin in una burrascosa riunione svoltasi al Pentagono giovedì scorso e come lo stesso Powell aveva anticipato a Clinton tre giorni prima del suo giuramento, sono convinti che consentire apertamente agli omosessuali di arruolarsi nell'esercito «minerebbe gravemente il morale delle truppe e l'ordine interno». Il reclutamento (l'esercito, negli Stati Uniti, è professionale) ne soffrirebbe pesantemente. I militari più religiosi abbandonerebbero il servizio. L'Aids potrebbe aumentare anche tra gli eterosessuali. E poi si creerebbero grossi imbarazzi, che potrebbero dare luoghi perfino a episodi di violenza. Proprio in questi giorni un gruppo di marinai è sotto processo per aver pestato a morte un loro collega rivelatosi gay. Molti troverebbero inaccettabile stare in fila nudi nelle docce con commilitoni gay o condivide- re con loro i letti a castello nelle crociere che durano fino a sei mesi. Altri si sentirebbero in forte imbarazzo a portare le mogli alle feste da ballo dei club, dove qualche coppia di omosessuali si scambierebbe pubblicamente effusioni di affetto. Insomma, la faccenda si presenta molto più complessa di come poteva sembrare dall'esterno. Intanto c'è il problema politico. Clinton, su questo punto, ha già contro tutto il Pentagono, il che non è poco. Prima, comunque, c'è anche lo scoglio del Congresso. Aspin, intervistato ieri dalla televisione Cbs, ha ammesso che, al momento, la revoca del bando da parte di Clinton avrebbe l'appoggio soltanto di 30 senatori su oltre 100. Paolo Passarmi Ufficiali mobilitati «Abolire il bando degli omosessuali sarebbe uno schiaffo al morale dei soldati e all'ordine interno» Qui a fianco il generale Natale Dodoli, già comandante delle forze Nato nel Sud Europa A sinistra il generale Colin Powell comandante dell'esercito americano
Luoghi citati: Europa, Stati Uniti, Washington
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