Cinque venerdì con Carena & c.

MITO AL REGIO MITO AL REGIO Cinque venerdì con Carena & c. ITO Cabaret, l'ormai tradizionale rassegna di nuovi comici, organizzata da Hiroshima Mon Amour sbarca al Piccolo Regio: per cinque venerdì i «big» della risata saranno ospiti della sala di Piazza Castello. La cosa è un piccolo avvenimento: il circolo «alternativo» di via Belfiore approda infatti sotto le volte dell'istituzionale tempio della lirica. Ad aprire la rassegna sarà venerdì 22 gennaio Marco Carena con il suo «Recital». Proprio all'Hiroshima Carena ha iniziato la sua carriera, che l'ha visto vincere la prima edizione di San Scemo e quindi diventare ospite fisso del Maurizio Costanzo Show. Il 29 sarà invece di scena il bolognese Stefano Nosei, che ha costruito il suo successo giocando con canzoni, spot e sigle musicali. Per «Mito» propone un mix di vecchi e nuovi brani. Stefano Bicocchi, in arte Vito, e Enzo Iacchetti saranno i protagonisti del 5 febbraio con la rivisitazione in chiave padana del «Don Chisciotte». Il 12 febbraio David Riondino propone i suoi «Paesaggi dopo la battaglia», gli ultimi dieci anni della nostra storia ripercorsi con l'occhio disincantato e amaro. A chiudere la rassegna sarà Bruno Gambarotta, reduce dal successo de «La rata voloira», con «Per carità di patria, ovvero gli straordinari poteri della memoria». L'ingresso agli spettacoli costerà 16 mila lire. I biglietti si potranno acquistare in prevendita all'Hiroshima Mon Amour e presso le librerie Celid di Architettura, Palazzo Nuovo e Politecnico. Informazioni allo 011/6505287. IN PIEMONTESE LA redingote? E' un soprabito piuttosto elegante che si indossa quando si deve andare in società. La si mette sopra un abito semplice e si può uscire tranquilli. Ma «Redingote» è anche il titolo che Anna Sagna ha dato al nuovo balletto composto per la sua Compagnia Sutki che arriva al Teatro dell'Angolo dal 22 al 24 gennaio. Ma ce l'hanno i personaggi che Anna Sagna mette in scena la redingote? Certo che ce l'hanno. Perchè, come spiega la coreografa, da sempre innamorata di un tipo di danza molto teatrale, «i personaggi sono pochi individui sopravvissuti a una società estinta per mancanza di contenuti. Nella loro mente albergano solo insignificanti diktat di un comportamento esteriore, ricalcato su modelli convenzionali». La redingote, dunque, come simbolo di una società oltremodo formale. Ma come sarà la danza? «la loro vita - spiega ancora Anna Sagna - priva di vere emozioni o pensieri, sembra non avere altro scopo, se non la ripetizione all'infinito degli stessi gesti senza significato. Quasi una cerimonia iterata e assurda che copre il vuoto sostanziale». Non è difficile immaginare che in questo panorama piatto e conformista l'unico personaggio «vero» è l'artista, eterno ribelle della società. Artista solitaria e rigorosa, Anna Sagna porta a Torino questo «Redingote» che ha debuttato in prima mondiale al Teatro Municipale di Casale Monferrato. E proprio questo teatro ha coprodotto lo spettacolo insieme alla Compagnia Sutki, alla Berkeley University ed al Ludwig Forum di Aquisgrana. [se.tr.] IL teatro dialettale ha un vasto pubblico a Torino, lo testimonia, tra l'altro, l'attività svolta dal Teatro Macario che da diversi anni mette in scena opere che fanno parte della tradizione regionale. In particolare, dal 26 il Macario presenterà la seconda rassegna regionale di teatro piemontese. Per l'occasione saliranno sul palcoscenico sei compagnie teatrali amatoriali di Torino e della provincia. In cartellone troviamo: il 26 e il 27 «Trapola per ratt» di Oreste Poggio (Gruppo teatro Carmagnola); il 28 e il 29 ((Anche j'angej a bejvo barbera» di Amendola e Corbucci (compagnia San Carlese), recitato nel passato dalla grande Silvana Campanini; il 30 e il 31 la commedia brillante «Mare mia mi i voj marieme» di Emmici (compagnia Trebisonda); il 2 e il 3 febbraio «Ma l'America no! no! no!» di Brando e Ferlenga (compagnia L'Erca di Nizza Monferrato); il 4 e il 5 «Giovanni Poletti american ad Mongardin» di Dino Belmondo (compagnia Carlo Esse); e infine il 6 e il 7 «Mejsina di j ratt e pisett per le veje», un rifacimento della vecchia commedia ((Arsenico e vecchi merletti», di Chiplin (compagnia Broferio «J amis dia pera»). Presentando la rassegna Giorgio Molino, direttore artistico del Macario, ha voluto sottolineare il valore del teatro dialettale piemontese, che ha definito «neorealista», e il crescente interesse del pubblico. Un lavoro, però, ignorato dalle istituzioni pubbliche che negano sovvenzioni e riconoscimenti. Per questo, Molino ha annunciato che al termine della stagione teatrale lascerà la direzione artistica del Macario. [c. vai.] : Wmmm DANZA REDIN : W GOTE

Luoghi citati: America, Casale Monferrato, Hiroshima, Hiroshima Mon Amour, Nizza Monferrato, Torino, Trebisonda