LA RICETTA DI TOKYO di S. Lue

LA RICETTA DI TOKYO LA RICETTA DI TOKYO TUTTI i membri di un'azienda devono sempre lavorare'uniti per rendere la loro società competitiva. In un'azienda giapponese tutti sanno di essere sulla stessa barca. Non è un'antica tradizione nipponica: è il principio base del sistema economico, e un principio molto semplice. Mi chiedo perché in Occidente spesso lo si dimentica». Con queste parole Akio Morita, il presidente della Sony, chiudeva nell'82 un'intervista-fiume al quotidiano The Times. Parole come pietre, quelle di Morita, ad incrociarle oggi con una notizia come la nomina di Hayao Nakamura all'Uva. Significano, né più né meno, che la competizione «globale» è tra noi, non solo sul fronte della qualità e del costo della produzione ma anche su quello della capacità di gestire. Val poco l'obiezione sulla lunga «militanza» di Nakamura in Italia: in Italia sì, ma con mentalità giapponese, metodi giapponesi, de¬ terminazione giapponese. Si reputino avvisati i boiardi di ieri e di oggi, si regolino anche i manager migliori - e ce ne sono nati e cresciuti in Italia: la concorrenza non ha più confini. Quello «spirito di corpo», quel sentirsi sulla stessa barca che tra lottizzazioni, spartizioni e malaffare - è tanto spesso mancato nel mondo delle Partecipazioni statali, o lo si recupera qui in casa nostra, o sarà necessario importarlo, franco dogana. [s. lue]

Persone citate: Akio Morita, Hayao Nakamura, Morita, Nakamura

Luoghi citati: Italia