Ragazzo ammazzato per errore
Lite tra parenti davanti allo studio dell'avvocato, la vittima è il figlio del legale Lite tra parenti davanti allo studio dell'avvocato, la vittima è il figlio del legale Ragazzo ammazzato per errore Bari, colpito da proiettile durante una sparatoria BARI. Due bulli litigano in strada, poi impugnano la pistola, parte un colpo: Vincenzo Vendola, 13 anni, è morto così, centrato da una pallottola alla nuca, vittima innocente di uno scontro armato nato per una storia di donne e interessi familiari. E' accaduto venerdì sera nel centro di Gravina di Puglia, 50 chilometri da Bari. A pochi passi dallo studio dell'avvocato (il papà del ragazzo) che aveva tentato una difficile riconciliazione, i due si sono sfidati in un duello da western. E un colpo ha raggiunto il ragazzo che, poco più in là, vicino alla sede dell'associazione parrocchiale San Domenico, luogo di ritrovo dei giovani del paese, scherzava con gli amici. Soccorso dal padre, richiamato in strada dalle grida di aiuto, il tredicenne è morto tre ore dopo nel reparto di rianimazione del Policlinico di Bari, dove è stato ricoverato in condizioni disperate. I due contendenti, fuggiti, sono stati acciuffati dai carabinieri e dalla polizia e sono ora in stato di fermo: Nicola Lopane, 42 anni, sulle spalle una condanna per omicidio, e Giuseppe Scalese, di 32 anni. I due già al mattino si erano azzuffati in un bar. E poco dopo Scalese, che rimproverava al rivale (cognato del fratello) eccessive attenzioni verso la moglie, ha deciso di fargliela pagare. Ha chiesto prima consiglio al legale, l'avvocato Rino Vendola, penalista molto noto anche per i suoi incarichi politici (è stato assessore democristiano a Gradina ed è candidato alla poltrona di sindaco), ma poi ha deciso che non era il caso di tergiversare. Quando anche Lopane s'è recato nello studio dell'avvocato, l'ha atteso in strada. In pochi istanti la discussione si è trasformata in duello. Non si sa ancora (non sono stati trovati bossoli e neppure la pistola) chi dei due abbia sparato il colpo mortale. Lo accerterà lo «stube», un più moderno guanto di paraffina a cui entrambi sono stati sottoposti. Molte le testimonianze, ma nessuna fi- no a questo momento è riuscita a sciogliere i dubbi sulla vicenda. Gli amici che gli erano vicino, hanno visto cadere Vincenzo, e solo allora hanno capito che cosa fosse accaduto. Hanno tentato di soccorrerlo e, chiedendo aiuto, hanno destato l'attenzione del padre. L'avvocato Vendola, una persona stimata a Gravina, papà di altri due ragazzi, Lorenzo e Alessandro, è corso in strada senza neppure sapere con esattezza cosa fosse accaduto. Poi ha visto il figlio a terra. Era già in gravissime condizioni. Ieri mattina gli studenti del liceo scientifico Tarantino, dove Vincenzo frequentava la prima classe, hanno disertato le lezioni, e nell'aula della sezione B, hanno lasciato sul suo banco un mazzo di fiori. I funerali si sono svolti nel pomeriggio. La tragica storia di Vincenzo Vendola ha riportato alla memoria quella di Sandra Stranieri, ragazza di 24 anni che la mattina del 29 dicembre '91, mentre passeggiava in una via del centro di Taranto in compagnia di un'amica, fu vittima di una contesa tra due pregiudicati. Il proiettile che avrebbe dovuto colpire uno dei due, centrò invece lei alla gola. La ragazza entrò in un bar chiedendo aiuto ma, trasportata subito dopo in ospedale, morì dissanguata. Per quel delitto la corte d'assise ha emesso recentemente una condanna a ventidue anni di carcere, [a. t.] Vincenzo Vendola, 13 anni
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