«Un'America nel segno della morte»

Washington, il movimento per la vita dichiara guerra. Ma il Presidente prega coi ministri Washington, il movimento per la vita dichiara guerra. Ma il Presidente prega coi ministri «Un'Americo nel segno della morte» // Vaticano lancia l'anatema a Clinton l'abortista CITTA' DEL VATICANO. Clinton prega con i ministri, nella prima riunione di governo, ma la devozione non gli basta a evitare un pesante attacco dal Vaticano in tema di aborto, e le manifestazioni «prò life» nelle strade. E' una prima bordata, preannuncio di ben altre raffiche, un segnale preciso: la «luna di miele» fra la Santa Sede e la nuova gestione della Casa Bianca non ci sarà. Ieri il neo Presidente ha voluto dare un'impronta di novità alla prima riunione dell'esecutivo, coinvolgendo i ministri in una preghiera collettiva, e annunciando che prima di mettersi seriamente all'opera dovranno prendere parte a un ritiro. E' questo un termine del tutto nuovo per la politica americana, anche se non è completamente chiaro se la radice va cercata nel mondo dello sport, o in quello religioso. Clinton non l'ha chiarito, ma ha spiegato che vuole offrire ai suoi collaboratori la possibilità di esaminare a fondo i problemi più urgenti e le misure da adottare nell'immediato. Intanto, ieri, la preghiera: «Padre Nostro che sei nei cieli.- ha intonato - ti ringraziamo per la grande opportunità che ci hai offerto di servire il nostro Paese. Ti preghiamo di rimanere con noi, di guidarci e di aiutarci a procedere con saggezza». La risposta è venuta dalle colonne dell'«Osservatore Romano». Un fondino di trentasette righe, tanto duro quanto breve. «Credendo di mantenere fede alle promesse elettorali - esordisce il commento, intitolato «Usa: un "rinnovamento" sui sentieri della morte» - il presidente statunitense Bill Clinton, informa l'Ansa, ha già cambiato le norme emanate dai predecessori, Ronald Reagan e George Bush, a favore del diritto alla vita del nascituro». E vengono elencati, con un intento evidentemente ironico, «gli atti libera¬ tori». Il primo è «il ripristino della pratica dell'aborto nei consultori familiari finanziati dallo Stato come uno dei metodi per il controllo delle nascite». Poi viene la facoltà, concessa alle soldatesse, «di interrompere la gravidanza indesiderata», ricoverandosi «in un ospedale militare a spese del Pentagono». Terzo punto, ma certamente non meno grave, agli occhi dell'editorialista, «la commercializzazione della famige¬ rata quanto discussa pillola francese Ru 486, che provoca l'aborto nelle prime fasi della gravidanza», la pillola del giorno dopo. Questi i capi di accusa. Il giudizio è severo: «Quanti speravano che i primi atti di Clinton fossero per un "rinnovamento" che coinvolgesse prima di tutto la tutela dei diritti umani - scrive l'Osservatore - hanno avuto una forte delusione. Con i recenti provvedimenti l'annun¬ ciato "rinnovamento" avviene sui sentieri della morte. Sui sentieri della violenza contro esseri innocenti». La conclusione, se possibile, è ancora più dura: «Non è un progresso per gli Stati Uniti, non lo è neppure per l'umanità che, ancora una volta, è costretta a subire l'umiliante sconfitta della vita. La "primavera" non è sinonimo di morte». La decisione di Clinton ha causato nuove dimostrazioni davanti alle cliniche e al Campidoglio, dove si sono radunati circa 75 mila dimostranti, invocando «un miracolo nella nuova Amministrazione». La polizia ha evitato scontri fra i «prò life» e un gruppetto di «prò choice». La decisione di Clinton è stata accolta da un coro di elogi negli ambienti medici; le dimostrazioni sono state giudicate «atti disperati» dall'Organizzazione nazionale delle donne. «Hanno perso la Casa Bianca, hanno perso il Congresso e non hanno mai avuto il sostegno della gente», ha commentato Ginny Montes, segretaria nazionale dell'organizzazione. «Ho come l'impressione che su questo fronte il Presidente abbia portato la Casa Bianca fuori dell'era dei dinosauri», ha detto Pamela Maraldo, di «Planned Parenthood». «Porteremo la battaglia nelle strade», ha risposto il rev. Patrick Mahoney, portavoce di «Operazione Salvataggio». Marco Tosarti La prima riunione di governo dell'Amministrazione Clinton [FOTO ANSA-EPA-AFPJ

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