L'onorevole confessa: perché voto per tre di Massimo Gramellini

L'onorevole confessa: perché veto per tre Tiberio Cecere, deputato de, si definisce «la mano dei colleghi che non ci sono». La figlia: papà, che figura! L'onorevole confessa: perché veto per tre Scoperto a Montecitorio dalla tv, non si pente: così fan tutti ROMA Non sparate sul «pianista». E' Tiberio Cecere, democristiano di Aversa, corrente gavianea, il deputato che venerdì sera faceva «stretching» elettorale in Parlamento davanti alle telecamere del Tg5. Immagini registrate il 3 dicembre dell'anno scorso, durante la votazione di una legge sui poteri della Bicamerale. L'onorevole, ripreso di nuca, scranno 351, saltellava da una parte all'altra a schiacciar bottoni, allargando le braccia come Zenga e muovendo le dita come Rubinstein. Lo hanno visto tutti. Purtroppo anche sua figlia, che nel salotto della casa di Aversa ha aspettato sveglia fino a notte fonda il ritorno del padre dalla Capitale. «Papà, che figura ci fai fare!», è stato il benvenuto della Cecere junior allo stanco e ancora ignaro genitore. «Ti hanno ripreso mentre votavi per tutti. Ti hanno chiamato deputato-pianista, papà!». E così, onorevole, l'hanno beccata! «Non me ne parli. Una sfortuna. Capirà: arrivare alla notorietà nazionale solo per una trasgressione». Come definirebbe il suo comportamento? «Non democraticamente conforme a serietà». E perché quel giorno non fu «democraticamente conforme»? «Mica solo quel giorno. Io ho votato spesso per gli altri». E non si vergogna? «Sono un deputato di prima legislatura, non l'ho inventato io questo sistema. Mi sono inserito in un costume». Pentito? «No. Non ho mai votato per un assente». Ma come? Nelle immagini intorno a lei c'è il vuoto. «Sì, ma i colleghi erano tutti in aula. Solo che non è che possono sempre stare seduti al loro posto. C'è chi va dal dattilografo, chi dal capogruppo, chi esce a fare una telefonata». Elei? «Io invece sto fermo, immobile. E voto anche per gli altri. Diciamo che io mi considero un po' il prolungamento del loro corpo». Un bel sacrificio. «Non dico questo. Però, certo, bisogna riconoscerlo: io sono sempre h: presente, al posto. E faccio di tutto per seguire. Mi allontano solo raramente, per una telefonata urgentissima. O per fumare. Una sigaretta ogni due ore». E in quei casi che fa? «Come, che faccio? Prego un collega di votare per me». Senta: ma quando è lì, da solo, con tutti quei bottoni in mano, non le viene la tentazione di pigiarli come capita: un sì, un no, un astenuto... «No. Questo ci tengo a chiarirlo: io tutti i miei voti li ho sempre dati in piena conformità con le indicazioni del nostro capogruppo». Adesso, però, la pacchia è finita. «Lega e Rifondazione comunista si sono irrigiditi. Ci sarà un nuovo sistema a doppio pulsante». Lei avrà tutte e due le mani impegnate, non potrà più fare il «pianista». «E me ne rallegro. Sono completamente d'accordo col nuovo sistema». Ma come... «Però non mi vergogno di quello che ho fatto». Allora, lo rifarebbe? «Lo rifarei. Ma non lo farò più». Massimo Gramellini L'on. Tiberio Cecere gavianeo di Aversa è il «pianista» del voto ripreso dalla tv

Persone citate: Cecere, Rubinstein, Tiberio Cecere, Zenga

Luoghi citati: Aversa, Roma