Nuove speranze da cellula anticancro di M. Ver.
Nuove speranze da cellula anticancro L'ultima versione è stata messa a punto in Belgio dopo 18 anni di studi Nuove speranze da cellula anticancro Elimina i tumori senza intossicare l'organismo ROMA. E' lontana nel tempo, ma forse è una speranza concreta per la cura dei tumori: secondo una ricerca dell'Università belga di Ghent, pubblicata sull'attendibilissima rivista «Nature», quel «fattore di crescita necrotica» (Nft) che funzionerebbe molto bene come antitumorale se non fosse anche terribilmente tossico, oggi ha una nuova versione non pericolosa. Su questa molecola si lavora dal 1975: come l'interferone, ha suscitato grandi speranze e grandi delusioni perché è sicuramente capace di arrestare la proliferazione delle cellule. Gli esperimenti sui topi sono stati molto incoraggianti fin dall'inizio, perché effettivamente si vedeva una sorta di remissione della malattia. I problemi sono cominciati quando dal laboratorio si è passati all'ospedale. Perché, inspiegabilmente, le piccole dosi che funzionavano con i topi erano del tutto inefficaci con l'uomo, per il quale occorreva moltiplicarle anche per ottanta. Con effetti tossici, ovviamente, improponibili. Di qui l'estremo interesse con cui è stata accolta la nuova versione di Ntf messa a punto a Ghent. Essa sembra mantenere intatte le capacità di uccidere le cellule tumorali, senza però intossicare quelle normali. L'Ntf è una sostanza naturale, prodotta comunemente dai globuli bianchi per combattere infiammazioni e infezioni. Fa dunque parte del sistema immunitario e ha un ruolo nella distruzione iniziale di cellule tumorali. Per questo è stata adottata nelle nuove strategie terapeutiche, che puntano sul potenziamento delle difese naturali anziché sull'attacco esterno con sostanze chimiche. Quando però si è cominciato a somministrarla in dosi extra, si è visto che i suoi effetti tossici erano insostenibili, in quanto deterioravano i tessuti molto rapidamente. I risultati promettenti di cui parla «Nature» sono stati ottenuti, ancora una volta, soltanto sui topi. Per questo il test viene accolto anche con scetticismo: il vero banco di prova saranno i prossimi esperimenti sui primati e quelli successivi sull'uomo. Sul topo, anche la precedente versione della molecola funzionava benissimo. Interessante è anche il modo assolutamente nuovo, almeno per l'Europa - in cui è stato affrontato, all'Istituto Tumori di Milano in collaborazione con l'Ospedale San Raffaele, il caso di un uomo con un tumore al pancreas e metastasi al fegato. I due organi gli sono stati tolti e, in sostituzione, ha ricevuto un organo inesistente: un fegato nel quale erano state inserite le cellule del pancreas che secernono l'insulina. Senza questo puzzle, l'uomo sarebbe diventato diabetico, [m. ver.]
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