Enimont funzionari indagati di Fra. Gii.

Abuso d'ufficio Abuso d'ufficio Enimont funzionari indagali ROMA. Prendono corpo i sospetti del giudice romano, nella vicenda Enimont. Non ci sono ancora nomi. Ma si tratta di pubblici ufficiali che avrebbero usato il loro ruolo per ricavare indebiti guadagni. L'ipotesi di reato, infatti, è l'abuso di ufficio. Un reato che ha sostituito il vecchio peculato, ormai dismesso. Non si riesce a capire di quale ufficio si tratti, invece. Dopo i sequestri dei giorni scorsi, che riguardavano documenti dell'Eni e della Montedison, ieri il procuratore aggiunto Ettore Torri ha firmato altri ordini di sequestro. La Guardia di Finanza è andata alla Consob, al Cipe (comitato interministeriale politica economica) e al ministero delle Partecipazioni statali. L'inchiesta entra nel vivo, insomma, lambendo i Palazzi della politica. Come si ricorderà, l'ipotesi di irregolarità era stata avanzata da un gruppo di piccoli azionisti, danneggiati dall'operazione Enimont. Dopo le dichiarazioni di Giacomo Mancini, ex segretario socialista, che parlava esplicitamente di «vantaggi patrimoniali» a favore del psi, il legale dei piccoli azionisti era ripartito alla carica. Un suo primo esposto, di un anno fa, era stato archiviato, ma proprio ieri il giudice ha fatto tirare fuori dagli archivi l'incartamento. E adesso si riparte con le indagini. Nei giorni prossimi, comunque, Torri dovrebbe ascoltare nuovi testimoni. E Enimont rischia di diventare un'inchiesta-terremoto che potrebbe travolgere nuovi esponenti socialisti nel momento in cui il psi cerca i suoi nuovi equilibri. [fra. gii.]

Persone citate: Ettore Torri, Giacomo Mancini

Luoghi citati: Roma