Ambrosiano, un conto segreto di Susanna Marzolla

Sigillato in una banca di Lugano, sarà la magistratura elvetica a decidere Sigillato in una banca di Lugano, sarà la magistratura elvetica a decidere Ambrosiano, un conto segreto Il giudice di Ginevra: serviva al psi MILANO. Dopo anni e anni arriva finalmente in Italia l'ormai famoso «conto Protezione»? Dalla Svizzera ci sono segnali positivi e Pierluigi Dell'Osso, il pubblico ministero del Banco Ambrosiano, non conferma e non smentisce. Ma si capisce che nutre buone speranze. Il segnale arriva per via indiretta, dall'aula del tribunale di Ginevra dove si discute se prolungare o meno la detenzione preventiva di Florio Fiorini, in carcere dopo il fallimento della Sasea. L'agenzia di stampa elvetica «Ats», nel rendiconto dell'udienza, scrive cose che forse lasceranno indifferenti i pacifici svizzeri, ma hanno già messo in fibrillazione il mondo politico italiano. Perché Laurent Kasper-Ansermet, procuratore pubblico di Ginevra così dice: «Esiste un conto presso l'Union de Banques Suisses (Ubs) di Lugano che sarebbe servito a finanziare il partito socialista italiano». Dice ancora che «documenti importanti sono stati sequestrati nel corso di perquisizioni»; che questi documenti «serviranno a penetrare nei misteri della Sasea», che «vengono messe in causa alcune personalità italiane vicine al psi»; che il numero del conto (ora chiuso) «servito ad alimentare il psi sarebbe stato scoperto durante una perquisizione presso l'abitazione di Licio Gelli». Non solo: è tanto importante questo conto, secondo il procuratore ginevrino che Demorpurgo, ex socio di Fiorini, «era in grado di ricattare il finanziere in quanto entrambi a conoscenza dei segreti del conto Protezione». Dunque, il conto esiste dav- vero, è stato scoperto: ma quali possibilità ci sono che arrivi in Italia? Il segnale è questo: la magistratura di Ginevra ha chiesto a quella del Canton Ticino di prenderne visione. E la magistratura di Ginevra, a quanto si sa, è stata «sollecitata» dalla rogatoria che, fin dal 1988 (e periodicamente rinnovata) è stata presentata da Dell'Osso. I giudici ticinesi, che tengono il conto «sotto sigillo» hanno accettato la richiesta di Ginevra, ma si è frapposto un ostacolo: l'Ubs ha presentato ricorso contro tale decisione. Il conto resta allora sigillato, in attesa che la massima magistratura elevetica decida. Se sarà un «sì» allora è più che probabile che il conto arrivi in Italia. E chiarisca uno dei tanti misteri ancora insoluti della vicenda Banco Ambrosiano. Cos'è infatti il «conto Protezione»? Secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, è il conto su cui Roberto Calvi ave¬ va fatto confluire circa 3 milioni e mezzo di dollari, prima tranche di una «provvigione» di sette milioni: il banchiere si era impegnato a pagare dopo che l'Eni lo aveva finanziato per 50 milioni di dollari. E chi aveva deciso questo finanziamento? Ma proprio Fiorini, che dell'ente petrolifero era all'epoca direttore finanziario e responsabile dell'attività estera. Nonché braccio destro di Leonardo Di Donna, notoriamente uomo dei socialisti. Di questo versamento i magistrati che hanno indagato sull'Ambrosiano hanno trovato tracce in partenza, dal comparto estero del Banco, via Panama verso la Svizzera. Manca ancora il punto di arrivo: il «conto Protezione». E poi c'è Gelli. Durante la perquisizione a villa Wanda, quella che porta alla scoperta della carte sulla P2, viene trovato un foglietto anonimo: «Conto protezione, tangenti a favore del psi» e poi «nella di- sponibilità di Claudio Martelli». L'attuale ministro della Giustizia, all'epoca vicesegretario psi, si è sempre dichiarato estraneo alla vicenda. Ed aveva chiesto ed ottenuto dall'Ubs una dichiarazione in cui si escludeva qualsiasi sua relazione con il conto cifrato. Su questa base il consigliere istruttore di Roma, Cudillo, nell'83 ha archiviato la posizione del ministro scrivendo: «E' da ritenere accertato che presso l'Ubs non è mai stato aperto nessun conto intestato all'ori. Martelli». Ma se a Roma si è archiviato, a Milano su quel conto è sempre rimasta aperta un'inchiesta-stralcio dell'Ambrosiano: il reato ipotizzato è concorso in bancarotta fraudolenta (i soldi uscirono dalla banca fallita) a carico di ignoti (cioè gli effettivi possessori di quel conto). Adesso gli ignoti avranno un nome? Susanna Marzolla Qui a fianco: il banchiere Roberto Calvi Sono: il magistrato Pierluigi Dell'Osso