Per Belgrado processo a Colombo
«Un regalo ai serbi» per Martelli e Andò. Il ministro: una visita decisa in accordo con i mediatori Cee «Un regalo ai serbi» per Martelli e Andò. Il ministro: una visita decisa in accordo con i mediatori Cee Per Belgrado processo a Colombo Mezzo governo critica l'incontro con Milosevic ROMA. L'incontro di Emilio Colómbo con Slobodan Milosevic a Belgrado giovedì non è affatto piaciuto ad alcuni ministri. E il malumore è scoppiato ieri mattina in piena riunione di governo. A guidare l'attacco a Colombo è stato il ministro per il Commercio estero Claudio Vitalone, fedelissimo di Andreotti. Ma forti perplessità sono state espresse prima e dopo il Consiglio anche da esponenti socialisti. E in particolare da Salvo Andò, Claudio Martelli e Carlo Ripa di Meana. L'accusa: quella stretta di mano a Milosevic, perdipiù trasmessa da tutte le televisioni, rischia di rompere la fermezza europea contro la Serbia e di minare l'azione dei mediatori David Owen e Cyrus Vance. Secca la risposta di Colombo: «I serbi hanno rieletto Milosevic alla presidenza e lui è appena tornato da Ginevra dove ha dato un forte impulso alle trattative: a chi, se non a lui, bisogna andare a dire: fate presto? Non possiamo mica andarlo a chiedere in piazza». E ancora: «In Consiglio si è voluto stabilire che la mia visita a Belgrado rappresentasse una rottura con la linea europea ma io mi sono mosso in piena intesa con i due mediatori Owen e Vance. E in pienissima intesa con il presidente del Consiglio Amato». Colombo ha anche ricordato che il primo ministro degli Esteri europeo n recarsi a Belgrado non è stato lui ma il danese Uffe Elleman Jensen. E per di più in rappresentanza dei Dodici. Dopo il Consiglio sembrava che le critiche fossero definitivamente rientrate. Lo stesso Andò, che pure aveva nutrito forti perplessità sulla visita, si è detto soddisfatto delle spiegazioni fornite dal ministro degli Esteri: «Colombo ha chiarito molto bene i passi fatti a Belgrado, che sono inquadrati nella linea europea. Insomma, nessun cedimento». Ma invece di finire lì la polemica è cresciuta nel corso della giornata. In serata anche il partito repubblicano si è schierato contro Colombo con un durissimo corsivo della Voce. «La visita di Colombo è in pieno contrasto con la linea comunitaria e fa compiere passi in avanti solo alle autorità di Belgrado». Gli attacchi contro Colombo hanno finito per mettere in secondo piano la decisione del governo di proporre la creazione di un Tribunale internazionale per giudicare i crimini perpetrati nella ex Jugoslavia. In pratica, sarà costituita una Commissione composta da alti magistrati ed esperti che dovrà formulare entro 30 giorni una proposta da sottoporre alla comunità internazionale. Per il governo, la costituzione di questo nuovo tribunale di Norimberga dovrebbe essere affidata alla Corte internazionale di Giustizia o alla Corte europea dei Diritti dell'Uomo. Il governo ha anche deciso di invitare a Roma il sindaco di Sarajevo, Mohammed Kresevijakovic. Altra novità: la decisione del governo di promuovere contatti diretti con gli albanesi del Kosovo. Il rischio che il conflitto si estenda anche a quella regione costituisce una delle principali preoccupazioni della Farnesina. Questo perché coinvolgerebbe direttamente l'Albania e quasi sicuramente anche l'Italia, che in questi mesi ha stretto fortissimi legami con Tirana. Colombo, irritato da una polemica che egli considera essere alimentata soprattutto da motivi di politica interna, considera che anche queste proposte mostrano come non ci sia alcun cedimento da parte della Farnesina nei confronti di Belgrado. Non così la pensano i repubblicani. «Che il Consiglio inviti a Roma il sindaco di Sarajevo e studi una proposta per il ventilato tribunale per i crimini potrà forse servire a far cantare successo a Marco Pannella. Ma non può riparare al danno provocato dalla visita a Belgrado». Andrea di Robiiant
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