«Ormai è emergenza, sacrifici per tutti» di Flavia Amabile
«Ormai è emergenza, sacrifici per tutti» «Ormai è emergenza, sacrifici per tutti» Tfentin: tassare i Bot. Ma Cisl e UH non ci stanno LUCCA DAL NOSTRO INVIATO Bruno Trentin si schiera con Ciampi e con il Fondo monetario internazionale nel lanciare l'allarme sul caso Italia. «Anzi, vado oltre», precisa il leader della Cgil. Dopo le polemiche suscitate dall'avvertimento lanciato mercoledì scorso dal governatore della Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi, ieri Trentin a Lucca per il convegno della Cisl, si è lasciato andare ad un lungo sfogo, sostenendo che sono in arrivo «sacrifìci per tutti». La sua è stata un'analisi dura del caso italiano, un caso che definisce del tutto «anomalo» e, soprattutto è stata un'analisi che nelle sue conclusioni e nell'atteggiamento da tenere differisce profondamente da quella delle altre due confederazioni, Cisl e Uil, lasciando intravedere, quindi, il sorgere di nuovi conflitti nel caso in cui il governo decidesse l'adozione di altri provvedimenti. «Siamo in una situazione di vera emergenza storica che richiede misure durissime se si vuole effettivamente affrontare la più grave crisi industriale del dopoguerra: non servono pannicelli caldi. Bisogna concentrare tutti gli sforzi della collettività per far riprendere un sistema che ha cominciato ad incepparsi sette-otto anni fa. La manovra di 93 mila miliardi è stata ingiusta, inefficace e insufficiente: ha prelevato risorse prevalentemente dal lavoro dipendente. Era facile profeta allora chi prevedeva che all'inizio del 1993 sarebbe stata necessaria una nuova stangata. Ciampi s'è preoccupato deU'equilibrio dei conti pubblici anche in considerazione dei rigidi vincoli comunitari che potrebbero mettere a rischio la erogazione della seconda rata del prestito di 14.400 miliardi: io immodestamente vado oltre Ciampi». Che cosa intende Trentin per «andare oltre»? Che le tinte con cui dipingere la situazione italiana sono fosche e che le speranze cui appellarsi non sono molte. «Mancano totalmente le risorse per far uscire l'Italia da una crisi che non è congiunturale e dalla quale non si uscirà certo con una semplice manovra sui tassi d'interesse e non sarà neanche sufficiente la ripresa della congiuntura internazionale. E' una crisi anomala quella italiana: il nostro apparato industriale è stato travolto da una cultura dell'indebitamento pubblico e da una finanziarizzazione dell'economia. S'è creato un buco e da questo buco non si esce con una normale manovra di aggiustamento contabile: ci vogliono nuove risorse. Ci attende una sfida durissima che richiederà sacrifici per tutti e dovrà penalizzare le forme di dispersione, contrariamente a quanto ha fatto Amato che con la manovra di settembre ha dato droga al drogato, invece di tagliare la dose». Ed ecco la cura che la Cgil si prepara a proporre, o meglio a riproporre perché non si discosta molto da quella che già era stata enunciata alcuni mesi fa. «Mi auguro che il sindacato questa volta non giochi in difesa. La Cgil riproporrà con decisione il prestito forzoso, e non solo. Bisogna finalmente avviare la riforma dell'imposizione sui redditi e sui patrimoni introducendo la nominatività dei titoli pubblici di nuova emissione e realizzando concretamente la progressività dell'imposizione. In tutti i Paesi civili si pagano le tasse su tutti i redditi e non solo su una parte di essi. L'anonimato nella proprietà dei titoli pubblici è una zona oscura del sistema, che consente il riciclaggio dell'evasione e del denaro sporco». Le parole di Trentin suonano molto diverse da quelle degli altri due leader Sindacali. Sergio D'Antoni, segretario generale della Cisl, di fronte all'ipotesi di una nuova manovra aveva messo bene in chiaro la sua opposizione già due giorni fa: «Sono contrario a manovre di qualsiasi entità per tutto l'arco del '93.1 lavoratori, per dirla in ligure, hanno già dato». No a nuovi sacrifìci anche da parte di Pietro Larizza, segretario generale della Uil: «Non se ne parla assolutamente». Ma il suo collega di partito il presidente della commissione Bilancio della Camera Angelo Tiraboschi (psi), non sostiene che è necessaria una manovra ogni tre quattro mesi? «Facciamo due mestieri diversi», è la risposta. Flavia Amabile «La manovra è stata iniqua e inefficace Amato ha dato droga al drogato» Il segretario della Cgil Bruno Trentin
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