Bankitalia lancia l'allarme-lavoro di Stefano Lepri

Per Ciampi la lira rientra «quando lo Sme recupererà forza». Fazio: difendere l'occupazione Per Ciampi la lira rientra «quando lo Sme recupererà forza». Fazio: difendere l'occupazione Bankhalia lancia Pallarme-lavoro Scalfaro: dobbiamo far di tutto per superare la crisi ROMA. Difendere i posti di lavoro è l'obiettivo numero uno, dice Antonio Fazio, vicedirettore generale della Banca d'Italia. Per il ritorno della lira nel Sistema monetario europeo «si stanno' creando le condizioni interne», afferma il governatore Carlo Azeglio Ciampi; il rientro effettivo potrà avvenire quando lo Sme «avrà recuperato forza e credibilità». Si tentano di mettere dei punti di riferimento, di indicare delle direzioni di marcia: mentre declina la Prima Repubblica, l'economia italiana vive quella che ormai appare come la più grave crisi del dopoguerra. Finora non si erano mai ridotti i consumi, la disoccupazione non era mai cresciuta tanto velocemente. Innescata da Ciampi e dal passo falso del ministro Giovanni Goria, è ormai accesa la discussione prò o contro la «manovra-bis» per la finanza pubblica. Occorre un'altra stangata per evitare ulteriori difficoltà finanziarie dello Stato o si rischia di peggiorare la disoccupazione? I pareri divergono, la confusione delle lingue è grande. Tra politici ed economisti, schematizzando, si possono distinguere almeno tre scuole, con opposte priorità: 1) contrastare la recessione; 2) proseguire con decisione il risanamento finanziario; 3) affidare a un nuovo governo operazioni di finanza straordinaria. • Fazio e i disoccupati. «E' più che corretto che il governo, senza trascurare l'opera, già avviata, di risanamento finanziario, assegni priorità all'obiettivo dell'occupazione»: se avesse pronunciato queste parole un dirigente della Bundesbank, gli ascoltatori avrebbero pensato a un improvviso accesso di follia. A Francoforte, il dogma,è che per la Banca cen-r, trale c'è sempre una sola priorità, difendere il valore della moneta e battere l'inflazione.. Alla Banca d'Italia è diverso' Antonio Fazio, numero tre del direttorio, si è espresso così ieri (forse con qualche sottolineatura personale) in un dibattito organizzato dall'Ispe. «L'intensità di caduta dell'occupazione nell'industria - ha detto - non trova precedenti nella nostra storia degli ultimi decenni. Ove continuassero le tendenze in atto, l'ulteriore perdita di posti di lavoro assumerebbe dimensioni preoccupanti». Secondo Fazio, le stime avanzate da alcuni, di centinaia di migliaia di disoccupati in più «probabilmente poi, per tanti motivi, non si realizzeranno» ma trovano alimento nella rapidità del calo. «Molti giovani, nel Mezzogiorno, rischiano di raggiungere un'età più che adulta senza aver mai avuto una occupazione regolare». Che fare? Fazio lascia il compito al governo, incitandolo solo ad agire subito, «prima di essere tutti morti» (citazione implicita di Keynes: «Nel lungo periodo saremo tutti morti»). • Ciampi e l'Europa. Frattanto, il governatore della Banca d'Italia si trovava a Parigi per ricevere la più prestigiosa onorificenza francese, Commandeur de la Légion d'Honneur. Ciampi, al di là dell'occasione formale, è entrato nel merito dei problemi valutari europei. Ha riaffermato che la lira «è sottovalutata», ha augurato «successo» alla Francia nella difesa della propria moneta, indicando come modello per far «recuperare forza e credibilità» allo Sme il rapporto instaurato tra Francia e Germania. Con una velata critica alla Bundesbank, ha detto che le politiche monetarie nazionali devono «sempre più tener presente, insieme con gli obiettivi e le condizioni di ciascun Paese, l'esigenza di un crescente coordinamento europeo». L'Italia «intende come primo traguardo ritornare ad essere parte attiva nello Sme», il quale però deve essere reso più solidale sia nello stabilire che nel difendere le parità di cambio. • Quale strada prendere? La gravità del problema della disoccupazione non la nega nessuno. Però le ricette sono diverse. Nino Andreatta, nuovo responsabile economico della de, è contrario a programmi di investimento, anche perché «l'esperienza dimostra che arrivano sempre troppo tardi, nella fase opposta del ciclo economico»; occorre invece liberalizzare di più il mercato del lavoro. Quanto alla manovra-bis, «non è bene discuterne adesso», però «non si devono fare sconti, bisogna continuare il risanamento durante la recessione». Al contrario, il direttore generale della Confindustria Innocenzo Cipolletta afferma che della manovra-bis «non c'è necessità», perché la Cee tollererà gli eventuali sfondamenti dovuti alla recessione. E se il maggior deficit provocasse nuove difficoltà nel finanziare il Tesoro? Tra gli economisti si ricominciano a immaginare interventi di finanza straordinaria, tipo prestiti forzosi e patrimoniali. Forse qualche ipotesi del genere, da affidare a nuovi governi con larghe maggioranze, poteva esser scorta tra le parole del responsabile economico del pds, Alfredo Reichlin («incidere sulle rendite») e del segretario pri Giorgio La Malfa («interventi drastici che riducano il fabbisogno finanziario dello Stato»). Stefano Lepri IL CROLLO DELLA PRODUZIONE NOVEMBRE - 1,7 OTTOBRE - 4,9 SETTEMBRE -1,2 AGOSTO - 3,7 LUGLIO +0,2 GIUGNO +4,2 Il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro

Luoghi citati: Europa, Francia, Francoforte, Germania, Italia, Parigi, Roma